ANCORA RICERCHE SOTTO LE MACERIE - È stato un Ferragosto di grande lavoro quello degli instancabili pompieri impegnati nella ricerca di eventuali altre vittime e dispersi nel crollo del ponte autostradale dell'A10 sulla Val Polcevera a Genova (nelle foto, qui per saperne di più). Il bilancio è di 39 morti e 16 feriti, di cui una decina in gravi condizioni. Sono 632 gli abitanti delle case della zona che sono stati fatti sfollare. Viste le modalità dell’incidente è impossibile dire se ci sono e quanti sono i dispersi. Altro elemento che ha caratterizzato la giornata è stato l’allarme lanciato a proposito della parte di ponte rimasta in piedi. Gli addetti ai lavori hanno dovuto comunicare che ci sono dei movimenti nel manufatto, con relativi pericoli di crollo. Ragion per cui è stata ampliata la zona a rischio e sono state bloccate le operazioni di recupero degli effetti personali nelle case abbandonate subito dopo il crollo. E a proposito di queste abitazioni, il sindaco di Genova Marco Bucci ha affermato che le palazzine in questione saranno demolite. Una decisione che ha aggiunto complicazioni a quelle già grandi relative alle prospettive dei traffici nel nodo stradale genovese.
SOLUZIONI PER IL TRAFFICO - In proposito, l’amministrazione comunale di Genova ha avviato uno studio d’urgenza per individuare modi per poter potenziare le capacità di assorbimento di traffico da parte della via Aurelia, che però ha dimensioni che non si prestano ad ampliamenti, sia pure d’emergenza. Dunque si tratta di mettere in pratica una regolamentazione del traffico (già molto intenso normalmente) capace di far defluire più veicoli. Intano è stata predisposta la segnaletica necessaria per chi arriva con l’autostrada e deve uscire agli ultimi caselli aperti, cioè quello di Genova Aeroporto (a ponente del ponte crollato) e Genova Ovest (a levante del viadotto). Lavoro di organizzazione della segnaletica eccezionale è stato avviato anche per l’itinerario autostradale alternativo, cioè attraverso l’autostrada A26 che all’altezza di Genova Voltri va verso il Piemonte, e quindi la “bretella” di raccordo che collega la A 26 con la A7 Milano-Genova.
LAVORI FUTURI - Per quanto riguarda il futuro è stato ricordato che presto (comunque nel 2019) inizieranno i lavori per la realizzazione della cosiddetta “Gronda”, vale a dire il sistema autostradale alternativo e sostanzialmente parallelo a quello esistente (nel disegno qui sotto). Un lavoro che comunque richiederà diversi anni per arrivare a compimento. Al centro dell’attenzione sono state anche le prospettive dello stesso viadotto Morandi, cioè il ponte caduto. L’argomento è stato posto dalla società Autostrade per l’Italia, che gestisce il tratto Genova-Savona dell'A10, in risposta alle accuse mosse nei suoi confronti dagli esponenti del governo. Questi ultimi hanno fatto risalire alla società Autostrade per l’Italia la responsabilità di quanto accaduto. Il presidente del consiglio Conte ha affermato di aver avviato la pratica di annullamento della concessione per la gestione autostradale alla società, e che la stessa sarà anche sanzionata per 150 milioni di euro. In risposta a queste accuse la società Autostrade per l’Italia ha emesso un comunicato in cui afferma di essere sicura che le inchieste in corso metteranno in luce il suo comportamento corretto, avendo sempre effettuato tutte le manutenzioni e tutti i controlli necessari. Ma soprattutto la società autostradale ha scritto che “Autostrade per l’Italia sta lavorando alacremente alla definizione del progetto di ricostruzione del viadotto, che completerebbe in cinque mesi dalla piena disponibilità delle aree”. La cosa è di grande rilievo perché secondo il contratto di concessione (articolo 9), in caso di problemi, la società concessionaria ha la possibilità di provvedere a risolvere il problema, prima di vedersi tolta la concessione. Insomma, già si delineano le battaglie legali.
TANTE POLEMICHE - Del resto, assieme all’abnegazione del personale di soccorso, le ore successive al crollo hanno anche (forse soprattutto) rilevato molte polemiche sostanzialmente di natura politica, attorno a chi avrebbe le responsabilità delle politiche che hanno portato alla situazione attuale, in cui le condizioni delle infrastrutture viarie italiane si presentano con molte criticità. Per non dire di quelle inerenti i traffici che interessano l’importante nodo di Genova, cioè le comunicazioni con i due porti genovesi e le direttrici Genova-Livorno, Genova Milano (con le non lontane diramazioni per Torino e Piacenza-Brescia) e quella internazionale per Ventimiglia e la Francia. Un complesso di arterie di grande importanza per l’economia nazionale e che con il crollo del ponte della Val Polcevera non è possibile immaginare come andrà evolvere nel futuro.