CLIMA INQUIETANTE - Lo scontro diplomatico (e non solo, visto l’inquietante impiego delle due flotte militari e le grosse manifestazioni di piazza) tra Cina e Giappone per le cinque isole Sensaku nel Mar della Cina, contese tra i due Paesi, sta avendo pesanti ripercussioni sulle attività in Cina dei costruttori giapponesi.
TIMORI E CONTESTAZIONI - In pratica i cinesi potenziali acquirenti di auto, da quando è scoppiata la crisi, hanno disertano le concessionarie delle case nipponiche, che lamentano così un forte calo delle vendite. Il comportamento dei cinesi è in parte motivato con una effettiva contestazione dei vicini per la vicenda delle isole, ma un po’ perché, come spesso succede in questi casi, temono che una volta acquistata l’auto si appaia amici dei giapponesi, correndo così il rischio di danneggiamenti da parte dei più esagitati contestatori della politica nipponica.
CROLLO DELLE VENDITE - Fatto sta che la Toyota (nella foto sopra la Reiz venduta sul mercato cinese), per fare un esempio, ad agosto ha lamentato un calo delle vendite di oltre il 40%, non superando le 75 mila unità, e a settembre le cose pare che siano andate ancora peggio, non essendo state raggiunte neanche le 50 mila vendite.
FERMATE ANCHE LE FABBRICHE - Tutte le case giapponesi presenti in Cina con impianti di produzione hanno ridotto o addirittura sospeso l’attività nelle fabbriche, anche qui un po’ per l’effettivo forte calo della domanda e un po’ per timori di contestazioni violente.