IL REMAKE DI UN SUCCESSO - La Dacia Duster, lanciata nel 2010, è il terzo modello di maggior successo del marchio low cost di casa Renault: già a fine 2016 ne erano stati prodotti più di 1.050.000 esemplari. A modo suo, questa suv è diventata una piccola icona: apprezzata, dice chi l’ha comprata, per le linee “robuste”, lo spazio, l'affidabilità e la capacità di muoversi anche su terreni “difficili”, in abbinamento a un prezzo decisamente interessante. Adesso, al Salone di Francoforte, debutta il nuovo modello. Noi di alVolante abbiamo potuto vederlo in anteprima, e fare quattro chiacchiere con chi lo ha sviluppato.
PIÙ MODERNA E FILANTE - Con la nuova generazione della Dacia Duster, si è cercato di rendere più moderno il look e di risolvere le principali critiche rivolte dai clienti al modello fino a oggi in listino, riguardanti il comfort, la praticità e la qualità degli interni. Di primo acchito, la Duster sembra cambiata poco. Ed è un effetto ricercato dal responsabile dello stile Laurens Van Den Acker: “con le Dacia, diversamente che con le Renault, ci comportiamo alla tedesca. Questo vuol dire che le linee sono rigorose e razionali, e che nel passaggio da una serie a un'altra dello stesso modello non effettuiamo stravolgimenti, ma un minuzioso lavoro di affinamento”. La nuova suv mantiene quindi, centimetro più centimetro meno, le stesse misure e proporzioni della precedente (lunghezza circa 430 cm e larghezza 180), nonché alcuni stilemi fondamentali: i passaruota rigonfi, il frontale possente, i tre finestrini laterali, il lunotto con base “a U” e le massicce barre sul tetto. In realtà, non un solo componente visibile dall'esterno è rimasto uguale: per cercare un maggiore slancio, i vetri laterali sono ora più piccoli e il parabrezza è meno verticale (la sua base è spostata 10 centimetri più avanti). Si notano poi le maniglie delle porte di forma più moderna, la scomparsa del predellino sotto le porte (c'è invece un inserto in plastica nera che risale davanti alla porta anteriore) e le ruote più grandi (ora fino a 17 pollici di diametro, mentre prima si fermavano a 16).
TIRA FUORI LE RUOTE - Nelle parti frontale e posteriore, invece, l'intento è stato quello di allargare visivamente la vettura, per farla sembra meglio “piantata” a terra. Per questo motivo, le ruote della Dacia Duster sono ora spostate verso l'esterno (in particolare, la carreggiata posteriore cresce di quasi 5 centimetri), così come le luci; quelle anteriori includono dei listelli a led, mentre le posteriori sono quadrate, con una “croce” centrale; ci ricordano un po' quelle dell’utilitaria Dacia, la Sandero, ma anche quelle della Jeep Renegade. Il portellone è sottolineato da profonde nervature orizzontali, il cofano motore da due “onde” che lo percorrono per tutta la lunghezza. Giudizio finale? L'auto è una Duster, non c'è dubbio. Ma è anche più moderna e curata; tra l'altro, le distanza di montaggio dei vari pannelli sono state molto ridotte, e accrescono la sensazione complessiva di qualità.
DENTRO È UN’ALTRA STORIA - Altri cambiamenti netti sono all'interno della Dacia Duster. Se lo spazio (abitacolo adeguato per cinque e baule generoso) resta pressoché invariato, sono nuovi i sedili (quelli anteriori piuttosto avvolgenti), i pannelli delle porte (ora sono più robusti, quelli anteriori hanno i braccioli imbottiti e i tasti degli alzavetro elettrici sono di qualità migliore) e soprattutto la plancia. Costituita da un ampio fascione orizzontale, ha un aspetto semplice e “solido”. Il cruscotto include tachimetro e contagiri a lancetta di grandi dimensioni, mentre la consolle è lievemente (sette gradi) orientata verso il guidatore; le tre bocchette superiori tonde richiamano i pomelli del “clima” (anche automatico, ma monozona) posti più in basso, sotto il display del sistema multimediale (che sarà di 7 pollici al momento del lancio, ma poi è previsto anche in una versione di 8”); altri comandi sono attuati tramite una serie di bilancieri. Il volante è quello a quattro razze montato su tutte le Dacia recenti, e il cassetto sul lato destro è molto profondo; tutte le plastiche sono rigide, ma le lavorazioni sembrano abbastanza accurate, e la parte alta della plancia ha un rivestimento gommato piuttosto gradevole al tatto.
CRESCE LA DOTAZIONE - Anche se il pianale della Dacia Duster resta quello precedente (seppure irrobustito), così come i motori (1.6 a benzina e anche Gpl, 1,2 Tce turbo sempre a benzina da 125 cavalli e 1.5 dCi a gasolio con 90 e 110 cavalli), la guida promette di fare un considerevole passo avanti grazie all'introduzione (ed è la prima volte per una Dacia) di un servosterzo elettrico invece che idraulico, che dovrebbe garantire una maggiore leggerezza del volante in manovra e una maggiore precisione in velocità. Altre novità assolute per la casa romena riguardano la protezione dei passeggeri (arrivano finalmente gli airbag per la testa, che si prolungano fino ai posti posteriori), la possibilità di avere la chiave elettronica (basta tenerla in tasca per aprire e chiudere le porte e avviare il motore), nonché i sensori dell'angolo cieco dei retrovisori. Non si potranno avere gli altri aiuti al guidatore, come la frenata automatica di emergenza, ma forse è chiedere troppo a una suv che dovrebbe costare poco più di oggi: e quindi, con un listino che partirà nella zona dei 12.000 euro per la 1.6 a benzina in allestimento “base”.