BASTA VORAGINI - Sono tra le principali nemiche degli automobilisti e, ancora di più, dei motociclisti. Causano - quando va bene - noie al comfort di viaggio, ma nei casi peggiori provocano danni ai veicoli e incidenti. Stiamo parlando delle buche stradali, un fenomeno ormai endemico e presente su troppe strade della nostra nazione. Arrivano puntuali dopo con il brutto tempo e vengono rattoppate spesso alla bell’e meglio, per poi ripresentarsi più ancora più grandi alla prima occasione. Ma un nuovo decreto ministeriale, il numero 279 pubblicato il 23 agosto 2024 sulla Gazzetta Ufficiale e che entrerà in vigore da prossimo 21 dicembre, cambia le regole, introducendo criteri più stringenti per le nuove strade e per la loro riparazione che dovrebbero tradursi in un miglioramento della durata nel tempo.
NUOVI CRITERI - Il provvedimento introduce infatti nuovi Criteri Ambientali Minimi (CAM) per l’affidamento dei servizi di progettazione, costruzione e manutenzione delle strade. In particolare per le nuove strade e gli interventi di risanamento profondo delle pavimentazioni già esistenti, si dovrà garantire una vita utile del manto stradale di almeno 20 anni. Per i risanamenti superficiali, invece, la durata teorica deve essere di almeno 5 anni. Il decreto si applica per la costruzione, manutenzione e adeguamento di oltre 167.000 km tra autostrade, strade extraurbane principali e secondarie e strade urbane di scorrimento.
PIÙ RESISTENTE E SOSTENIBILE - La durata e la qualità maggiore possono significare anche maggiore sostenibilità, perché si legano a doppio filo con l’utilizzo di materiali innovativi e sostenibili, tra cui il polverino di gomma riciclata, ottenuto recuperando i pneumatici fuori uso. La gomma riciclata aggiunta al bitume o al conglomerato bituminoso consente infatti di avere strade in grado di resistere meglio rispetto a quelle realizzate con asfalti tradizionali. Inoltre, secondo Ecopneus, riduce la rumorosità fino a 3,5 dB: “È una soluzione ampiamente usata negli Stati Uniti e in diversi paesi europai (come Austria, Spagna e Portogallo), ma l’utilizzo in Italia è ancora molto limitato (circa 900 km su tutto il territorio nazionale”, scrive Ecopneus.