IN CALO PER LA PRIMA VOLTA - La buona notizia è che per la prima volta nella storia il dato rilevato non è aumentato, anzi ha subito una leggera flessione. La cattiva è che il valore registrato rimane molto alto. Stiamo parlando della ricerca sulle differenze tra consumi ed emissioni di CO2 dichiarati e quelli reali condotta dal 2001 dall’ICCT, International Council on Clean Transportation, un’organizzazione indipendente senza scopo di lucro fondata per fornire una ricerca obiettiva e analisi scientifiche ai regolatori ambientali. Il divario registrato per il 2017, ultimo anno disponibile, è stato del 39% contro il 40% rilevato nel corso del 2016.
ANALIZZATE 1,3 MILIONI DI AUTO - La ricerca dell’ICCT si basa sull’analisi statistica di dati provenienti da oltre 1,3 milioni vetture circolanti in otto paesi europei, compresa Germania, Francia, Spagna e Regno Unito, ma esclusa l’Italia. L’esito, come detto, è di una discrepanza dei consumi, e delle relative emissioni di anidride carbonica, tra valori di omologazione e quelli registrati su strada del 39% equivalente, sostengono i ricercatori, in una spesa extra media di carburante di 400 euro all’anno. Un dato inferiore dell’1% rispetto al 2016 dovuto probabilmente alla maggiore attenzione dell’opinione pubblica dopo lo scandalo del dieselgate che ha costretto i costruttori a pubblicare valori più realisti. Rimane il fatto che lo scarto risulta alto e difficilmente sarà colmato per intero con i nuovi sistemi di omologazione WLTP
DIVARI QUADRUPLICATI DAL 2001 - A livello statistico è interessante notare che la discrepanza tra consumi dichiarati e reali è più che quadruplicata rispetto al 2001, anno del primo rilevamento nel quale il delta si fermava all’8%. Da allora la differenza è costantemente aumentata raggiungendo il 20% nel 2009, superando il 30% nel 2013 e arrivando al 40% nel 2016. I ricercatori concludono affermando che la “Commissione europea dovrebbe sviluppare rapidamente una metodologia per penalizzare i produttori che forniscono dati di consumo di carburante irrealisticamente bassi ai loro clienti” in modo da incentivare l’effettiva riduzione degli scarti tra i valori dichiarati e quelli effettivi.
LE DIFFERENZE NEGLI ANNI
2001 | 2002 | 2003 | 2004 | 2005 | 2006 | 2007 | 2008 | 2009 | 2010 | 2011 | 2012 | 2013 |
8% | 10% | 11% | 12% | 11% | 14% | 16% | 18% | 20% | 23% | 27% | 28% | 33% |
2014 | 2015 | 2016 | 2017 | |||||||||
36% | 39% | 40% | 39 |