MAI PIÙ CRISI - L’Europa non vuole più restare senza microprocessori. Per questo è stato definito quello che viene definito Chips Act, un piano di investimento da 43 miliardi per rendere il Vecchio Continente uno dei più importanti produttori del settore al mondo. L’obiettivo è di produrre il 20% di tutti i microprocessori mondiali entro il 2030. In questo modo si potrebbero aggirare le interruzioni della catena di approvvigionamento dovute alla pandemia e alle tensioni geopolitiche tra USA e Cina.
PRIMA GLI ORDINI EUROPEI - Il nuovo accordo permetterà ai paesi europei di sovvenzionare nuove apparecchiature per la produzione di chip e strutture per la loro progettazione. In caso di emergenza, le aziende che riceveranno i finanziamenti dovranno dare la priorità agli ordini ricevuti dal governo europeo. L’accordo, concluso dopo 14 mesi di trattative tra le parti, diventerà legge una volta che sarà approvato dal Parlamento Europeo e dai paesi membri dell’Unione e di conseguenza pubblicato in Gazzetta Ufficiale.
CHIP ALL’AVANGUARDIA - Attualmente l’Europa produce circa il 10% dei microprocessori mondiali, principalmente destinati all’industria automobilistica. L’Unione Europea intende quindi raddoppiare la quota entro il 2030, offrendo sovvenzioni in particolare per la produzione chip all’avanguardia. “L’Europa sta prendendo il mano il proprio destino. Padroneggiando i chip più avanzati, l’UE diventerà una potenza industriale nei mercati del futuro”, ha scritto su Twitter il capo del mercato interno dell’Unione Europea, Thierry Breton.
NON BASTA - Non mancano tuttavia i critici, che sostengono che i fondi stanziati non siano sufficienti per raggiungere l’obiettivo del 20%. La preoccupazione è che l’industria diventi più cauta su investimenti onerosi di questo tipo, a causa della diminuzione della domanda di chip e all’aumento del costo dell’energia in tutta Europa. “Il Chips Act non può essere l’unico atto per favorire gli investimenti”, ha sottolineato Eva Maydell, principale negoziatrice del pacchetto di provvedimenti al Parlamento Europeo.