TRATTATIVE AVVIATE - La FCA è alla ricerca di un partner insieme al quale costruire la prossima generazione delle Chrysler 200 (qui sopra) e Dodge Dart, modelli in difficoltà sotto il profilo commerciale e ritenuti dall’azienda troppo costosi da produrre. I due modelli non sono importati in Europa. Il numero uno della FCA, Sergio Marchionne, avrebbe ammesso l’esistenza di trattative con aziende interessate per ragioni economiche e tecniche. La necessità è quella di trovare una soluzione percorribile sotto il profilo economico, cioè un costruttore che abbia una piattaforma da condividere e fabbriche “libere” che possano assemblarle. Il rischio in questi casi è che si creino auto clone che si distinguono solo per il marchio, come avvenuto per le Lancia Voyager e Thema: una strategia che quasi mai porta ad avere successo.
CAMBIO DI LINEA - Le Chrysler 200 e Dodge Dart sono berline a quattro porte a trazione anteriore. La Dart misura 467 cm in lunghezza e rientra pertanto nella fascia di mercato in cui si trovano ad esempio la Chevrolet Cruze e la Ford Focus, mentre la 200 sfiora i 490 cm e si contrappone alle Ford Fusion (omologa della Mondeo), Toyota Camry e Volkswagen Passat. Entrambe sono basate su un’evoluzione dell’architettura Compact, denominata CUSW, la stessa già prevista sulla Jeep Cherokee e parzialmente modificata rispetto alla base meccanica dell’Alfa Romeo Giulietta.
GIÙ LE VENDITE - Lo scarso successo commerciale delle Chrysler 200 e Dodge Dart (foto qui sopra) emerge analizzando i numeri di vendita: a febbraio il segno meno per la Chrysler si è attestato al 58%, mentre la Dodge ha ottenuto un -9%. Le due berline vanno entrambe a sfidare una concorrenza molto agguerrita, non solo dalle auto simili dei concorrenti, ma anche delle suv e delle crossover: è evidente che il gruppo FCA si aspettasse risultati migliori. Il calo delle vendite pesa anche sul fronte produzione: lo stabilimento del Michigan in cui viene assemblata la 200 resterà chiuso fino al 4 aprile, tre settimane più a lungo di quanto previsto inizialmente. L’impianto è fermo dal 1 febbraio ed avrebbe dovuto rimettersi in moto dal 14 marzo. Una portavoce dell’azienda ha spiegato che il fermo dello stabilimento è stato deciso per rispondere alle mutate esigenze del mercato.