GUARDANDO AL FUTURO - Sembra che al salone di Detroit Sergio Marchionne abbia voluto mettere sempre più a fuoco il percorso della strategia del gruppo FCA per il prossimo futuro. In una serie di dichiarazioni in occasione dell'Automotive News World Congress (nella foto) ha delineato un quadro dell’industria automobilistica in cui le intese e le fusioni sono diventate una necessità assoluta per la sopravvivenza.
FARE AUTO È MOLTO COSTOSO - «Questo settore ha un consumo di capitale abnorme e, a parte qualche eccezione, non è mai riuscito a ripagare - nell’arco del ciclo economico - il capitale investito. Non lo abbiamo fatto noi e non lo fanno i concorrenti, tranne i tedeschi e un paio di asiatici» ha detto Marchionne per delineare il quadro di fondo in cui collocare eventuali ipotesi di nuove operazioni di alleanze o vere e proprio fusioni per il gruppo da lui diretto.
RIDURRE I COSTI UNITARI DELLE AUTO - E dato che è sempre più difficile reperire i capitali per sostenere gli investimenti necessari (appunto perché il settore non ripaga adeguatamente quanto investito) è indispensabile fare in modo che il costo unitario di sviluppo e produzione per veicolo sia più basso. «Gli enormi investimenti ormai necessari per i nuovi modelli - ha detto Marchionne - devono essere ripartiti sui volumi più elevati possibile». E ciò è possibile soltanto con operazioni di accorpamento per realizzare economie di scala e ridurre appunto i costi.
NUOVE INTESE ENTRO L’ANNO? - Questo assunto porta inevitabilmente a pensare che il gruppo FCA abbia qualcosa in ballo, ma Marchionne nega. «FCA non ha negoziati in corso, ma siamo ricettivi» ha detto l’amministratore delegato di FCA, senza negare però che le prospettive sono comunque in divenire: «Una nuova operazione potrebbe arrivare entro un anno, ma potrebbe anche non avvenire nel periodo in cui sarò io alla guida del gruppo, cioè nei prossimi quattro-cinque anni». Insomma una prospettiva ancora incerta su tempi e modi ma certa nell’approdo finale.
NON PIÙ DI 3-4 MODELLI PER LA FIAT - Più chiaro e meno strategico Marchionne lo è stato a proposito dei piani industriali del gruppo FCA. «Abbiamo due marchi globali, Jeep e Alfa Romeo, e questi doppiamo portare in giro per il mondo. Mentre la Fiat non avrà mai lo stesso fascino dell’Alfa Romeo, per cui non avrà più una gamma completa, ma la sua proposta sarà limitata a tre-quattro modelli» sono state le parole di Marchionne a proposito delle prospettive di attività per il gruppo.
MAI SUV E 4 PORTE PER LA FERRARI - E visto che Marchionne è anche presidente della Ferrari, anche a Detroit non poteva mancare qualche riferimento alla casa del Cavallino, sempre motivo di interesse per tutti, non solo in Italia. In proposito Marchionne ha ribadito i concetti già esternati nei mesi scorsi: «La Ferrari continuerà a produrre solo in Italia, perché andare all’estero sarebbe una bestemmia». Non solo, Marchionne ha fatto anche un cenno alle possibili produzioni: «Non ci sarà una suv Ferrari, e neanche una Ferrari a quattro porte. Per questi tipi di auto abbiamo altri marchi, come la Maserati, che possono competere con la Porsche».
LE COLPE DEI MANAGER - Infine, nelle tante parole di Marchionne che sono state riportate da Detroit ce ne sono anche di insolite per un leader d’azienda, ma che non stupiscono in bocca a un manager che nel suo bagaglio formativo ha anche una laurea in filosofia, come appunto ha Marchionne. In risposta a chi gli ha chiesto perché l’industria automobilistica abbia tardato e sia in ritardo sul necessario consolidamento (cioè negli accorpamenti che portano le citate economie di scala) Marchionne ha risposto di avere «visto eccessi motivati sola dalla soddisfazione dell’ego».