DAL VIVO A MARZO - “Prima” ufficiale allo stand della Ferrari, al Salone di Ginevra che aprirà al pubblico il prossimo 6 marzo, per la Ferrari California T, versione aggiornata della 2+2 con tetto retrattile in metallo che rappresenta la “porta d’accesso” all'esclusivo mondo del Cavallino. Come nella sigla della monoposto di F1 di quest'anno, la “T” sta per turbo: un inedito 3.8 V8 sovralimentato da 560 CV, infatti, prende il posto del precedente 4.3 (sempre V8) aspirato da 489. Abbinato al conosciuto cambio robotizzato a doppia frizione DCT, permette all'auto (secondo la casa) di coprire lo 0-100 km/h in 3,6 secondi e di raggiungere i 316 km/h (per l'attuale modello i valori sono, rispettivamente, di 3,8 secondi e 312 km/ora): e questo con una riduzione nei consumi e nelle emissioni che, sempre stando alla Ferrari, può arrivare fino al 15% nell'uso “reale”. I prezzi, non ancora annunciati, dovrebbero partire da poco meno di 200.000 euro; le prime consegne inizieranno solo in estate.
TURBO SÌ, MA A MODO SUO - Il nuovo “cuore” a otto cilindri della Ferrari California T, alimentato a iniezione diretta di benzina, ha un'architettura a V di 90° e segna il ritorno, dopo quasi 30 anni, alla sovralimentazione in una Ferrari stradale. Due turbocompressori, infatti, permettono a questo 3.8 di erogare 560 CV a 7500 giri al minuto e 755 Nm di coppia massima a 4750. Lo sviluppo, però, non è stata rivolto solo alla ricerca di prestazioni più elevate: gli ingegneri del Cavallino assicurano che il nuovo motore ha una “personalità” da motore aspirato, con un “turbo-lag” (il “buco” di potenza ai bassi giri che tende a manifestarsi, in questo genere di propulsori, prima che il turbo inizi a “soffiare”) molto ridotto e un allungo da vera unità sportiva. Se qualche componente (il basamento) è in comune con il V8 delle Maserati Quattroporte e Ghibli (che viene assemblato proprio a Maranello), le differenze fra i due propulsori sono comunque molto marcate: quello della California T ha teste specifiche, una cilindrata differente (3855 centimetri cubi contro i 3799 del Tridente) e un albero motore piatto anziché a gomiti.
NUOVO SGUARDO - La carrozzeria della Ferrari California T non è stata altrettanto rivoluzionata, ma ha comunque guadagnato in cattiveria. Nuovi sono i fari, più sottili, sviluppati maggiormente in altezza e dotati di una fila di punti di luce a led. Più ampie anche la griglia e le due prese d'aria ai lati del muso, mentre quella centrale sul cofano ha lasciato spazio a due estrattori d'aria. Più marcati pure gli sfoghi nei parafanghi (un omaggio a quelli della sport 250 Testa Rossa del 1957), mentre il paracolpi posteriore è maggiormente scavato e dotato di un vistoso estrattore d'aria. Inedito il sistema di scarico, sempre a quattro uscite ma ora a coppie affiancate in orizzontale anziché in verticale. Proprio questo componente è stato oggetto di particolari attenzioni, per assicurare quel suono pieno e coinvolgente che, di norma, i motori turbo faticano di maggiormente a raggiungere rispetto a quelli aspirati.
UNO STRUMENTO IN PIÙ - Anche all'interno della Ferrari California T i cambiamenti sono numerosi, ma discreti: la plancia è ora meno prominente verso il passeggero anteriore, i pulsanti del cambio sono ospitati su un “ponte” color alluminio e la consolle centrale è stata modificata per accogliere un nuovo sistema multimediale con schermo di 6,5''. Inedito anche lo strumento circolare fra le bocchette dell'aria centrali: si chiama Turbo Performance Engineer (TPE) e permette, mediante una ghiera sensibile al tocco, di variare il “menù” delle informazioni fornite dal display digitale, che informa il guidatore su come sfruttare al meglio le prestazioni del nuovo propulsore.