ADDIO ALLE RUGHE E ALL’ASPIRATO - Anche se non c’è nessuna nuova supercar da svelare, ci si avvicina allo stand Ferrari al Salone di Ginevra con il solito carico di aspettative che, puntualmente, non vengono mai deluse. Ci sono la 458 Speciale in tutta la sua brutale cattiveria, la F12 Berlinetta, elegante e sportiva come poche altre ma soprattutto la “ringiovanita”
Ferrari California T. Con piccoli sapienti ritocchi, l’esclusiva 2+2 del Cavallino che in 14 secondi nasconde il tetto rigido nel bagagliaio, diventa ancor più raffinata ed atletica.
GUADAGNA IN PRESTAZIONI - Ma la vera novità è ben celata sotto il nuovo cofano motore che guadagna due sfoghi necessari a dissipare il calore prodotto dal 3.8 V8 da 560 CV e 755 Nm di coppia. Come suggerisce il nome, dopo la GTO del 1984 e la F40 del 1987 torna ad essere protagonista il turbo, proprio nell’anno del ritorno in F1. Il risultato sono 70 CV in più e una coppia quasi raddoppiata rispetto al precedente V8 aspirato con un netto taglio a consumi (del 15%) ed emissioni inquinanti. Ne guadagnano ovviamente anche le prestazioni con due decimi limati all’accelerazione da 0 a 100 km/h (3,6 secondi) e 4 km/h in più di punta massima (316 km/h).
UN FIGURINO - Il primo impatto visivo con la Ferrari California T è “rassicurante”. Nel senso che la classica silhouette non è stata stravolta, giustamente. Il frontale appare immediatamente più aggressivo, merito di una calandra dalle dimensioni generose (affiancata da due prese d’aria triangolari) e dei nuovi fari assottigliati e allungati. Il profilo si fa ancora più slanciato e muscoloso grazie all’evidente e profonda scalanatura mentre al posteriore compare un inedito diffusore a tre derive che integra quattro terminali di scarico sdoppiati. Ne viene fuori una simmetria delle linee (e una cattiveria) sconosciuta al modello precedente dotato di scarichi verticali e vistose luci aggiuntive. Nulla da ridire sull’abitacolo: sportivo il volante con comandi ausiliari integrati, d’effetto il ponte sul tunnel centrale mentre il piccolo strumento digitale posto tra le bocchette d’areazione dà un tocco tecnologico all’ambiente. Di primissima qualità i materiali scelti come è ovvio che sia su una vettura di tale lignaggio che sfiorerà la soglia dei 200.000 euro.