UNA “VECCHIA” IDEA - Dopo le voci circolate lo scorso autunno (leggi qui per saperne di più), si torna a parlare di una possibile quotazione in Borsa della Ferrari. Come riporta oggi l'agenzia di stampa Reuters, il titolo Fiat è in rialzo per la notizia che il gruppo torinese punta ad acquisire il 57% della Chrysler entro la fine dell'anno (leggi qui per saperne di più) e per le recenti dichiarazioni rilasciate da Sergio Marchionne alla stampa svizzera (nella foto in alto la galleria del vento di Maranello).
IN BORSA ANDREBBE FORTE - Secondo l'amministratore delegato, il valore della Ferrari potrebbe essere vicino a quello di Fiat (7,8 miliardi di euro), una valutazione ben superiore a quella precedentemente stimata, dalla stessa casa torinese, in circa 5 miliardi di euro. Al settimanale svizzero NZZ am sonttag, Marchionne avrebbe infatti dichiarato che la “Ferrari è rimasta in utile anche durante la crisi e un ingresso in Borsa è l'unica possibilità di mostrare il valore reale di questo marchio. La Ferrari in borsa potrebbe raggiungere una capitalizzazione quasi al livello di quella di Fiat”.
FAR QUADRARE I CONTI - Ovviamente, come ha precisato Marchionne, la Ferrari in Borsa non significherebbe affatto un disimpegno dal Cavallino: “Fiat ne manterrebbe la maggioranza di controllo anche se fosse quotata”. Piuttosto sarebbe una delle strade per far quadrare i conti del gruppo Fiat/Chrysler e finanziare lo sviluppo dei futuri modelli. Ricordiamo che per saldare il debito con il governo Usa, il gruppo torinese ha ottenuto un prestito di oltre 7 miliardi di euro da quattro istituti di credito, e ha previsto il lancio di diversi nuovi modelli (sia Fiat che Chrysler) che permetta di raggiungere entro il 2014 una produzione di 5-6 milioni di auto l'anno.