UN ANNO DI TEST - L’Audi è fra i costruttori che più stanno investendo nei carburanti sintetici, non ricavati cioè da fonti di energia tradizionali (come il petrolio o i gas nel sottosuolo) ma attraverso il riutilizzo di alcuni prodotti di scarto. Anche la FCA crede in questo settore e da un anno è al lavoro su una Fiat Panda Natural Power alimentata a biometano, un gas non di origine fossile ma ottenuto grazie ad un impianto per la depurazione delle acque reflue, che trasforma in carburante le acque di scarto purificate e trattate dal Gruppo CAP a Bresso-Niguarda (Milano). La Panda a biometano viene guidata dal 14 marzo 2017 come una normale vettura e dimostra che il metano ottenuto da acque reflue non ha controindicazioni né effetti negativi sul motore.
NESSUN PROBLEMA - I risultati di questa sperimentazione sono stati illustrati oggi dalla Fiat, che ha sottoposto l’auto a verifiche nel suo centro ricerche a Orbassano (Torino). Qui ha controllato le emissioni inquinanti allo scarico e le prestazioni mettendo l’auto sul banco a rulli, uno strumento che permette ai tecnici di simulare in laboratorio il comportamento su strada dell’auto. Entrambi i test hanno dato risultati molto soddisfacenti, stando al costruttore. Le sperimentazioni della Fiat sul biometano arrivano pochi giorni dopo l’annuncio di un ampio programma su scala nazionale, che farà aumentare la quota di biometano e di altri biocarburanti nel settore dei trasporti, portandola allo 0,9% nel 2020 e all’1,5% nel 2022. Ciò significa che entro quattro anni l’1,5% del metano per auto o furgoni arriverà da prodotti di scarto e non da sottoterra.