IL LINGOTTO TEMPOREGGIA - La “campagna di Russia” del Lingotto rischia di andare a rilento. A sollevare dubbi sui piani della Fiat, che ha annunciato un investimento di massimo 850 milioni di euro per aprire nel 2013 una fabbrica nei pressi di San Pietroburgo (leggi quiper saperne di più), è lo stesso vice governatore russo della regione interessata, Sergey Vyazalov. Secondo quanto riportato dall’agenzia Bloomberg, è da tre mesi che i vertici della casa torinese non si farebbero vivi con le autorità locali. Inoltre, non sarebbe neppure ancora stato presentato il piano d’investimento. Molto difficile, pertanto, che si riesca a rispettare i tempi prestabiliti.
COLPA DELLA SOVRAPRODUZIONE? - Vyazalov punta il dito contro l’attuale sovracapacità produttiva della Fiat in Europa: “Stando così le cose, il gruppo è perfettamente in grado di far arrivare dall’estero le auto da vendere sul nostro mercato”, ha detto. Insomma, una fabbrica “sul posto”, in grado di sfornare 120.000 vetture all’anno (soprattutto a marchio Jeep), alla Fiat oggi non serve: di vetture da piazzare ne ha già fin troppe. “Mi aspetto che il progetto sia rinviato di alcuni anni”, ha concluso Vyazalov. Questo, malgrado che nei primi otto mesi del 2012 il numero delle immatricolazioni in Russia sia cresciuto del 15% a 1,9 milioni di vetture, con le vendite della Jeep addirittura triplicate a quasi 3000 unità (ma il marchio Fiat è crollato del 74%).
MARCHIONNE RASSICURA - E dire che il 28 settembre l’amministratore delegato del Lingotto, Sergio Marchionne, intervenendo al Salone di Parigi (leggi qui per saperne di più), aveva assicurato che la casa stava continuando a lavorare alla sua strategia di espansione in Russia e che tutti i dettagli del piano erano in via di definizione con le banche locali. Pare, tuttavia, che non si riesca a raggiungere un accordo con l’istituto di credito Sberbank, che dovrebbe farsi carico, se non dell’intero investimento, quanto meno di una gran parte di esso, a fronte di una quota del 20% nella joint venture russa.