Panda, 500 (anche nelle versioni C, L, L Living e X) e Tipo rappresentano i veicoli attualmente nel listino della Marca automobilistica italiana per eccellenza, la Fiat. La Fabbrica Italiana Automobili Torino, il cui acronimo è anche la terza persona singolare nel verbo latino “fio” (cioè “sono fatto” o “divengo”), venne creata l'11 luglio 1899 dagli amici Emanuele Cacherano di Bricherasio e Cesare Goria Gatti (già fondatori dell'Automobile Club d'Italia), che coinvolsero il conte Roberto Biscaretti di Ruffia, il marchese Alfonso Ferrero di Ventimiglia, il banchiere e industriale della seta Michele Ceriana-Mayneri, l'avvocato Carlo Racca, il possidente Lodovico Scarfiotti, l'agente di cambio Luigi Damevino e l'industriale della cera Michele Lanza, il quale soltanto in extremis cedette le proprie quote a Giovanni Agnelli, la cui famiglia incarna tuttora la grande azienda piemontese.
Nel 1923 iniziò l'attività produttiva nella fabbrica del Lingotto, la cui costruzione era partita sette anni prima: e fu dallo spettacolare impianto dell'ex capitale sabauda (153.000 metri quadrati disposti su 5 piani, con la presenza sul tetto di una pista di prova per i nuovi modelli) che la Fiat acquisì man mano l'aura di “marca nazionale”, capace di assicurarle a lungo un monopolio di fatto del mercato italiano (è il maggior gruppo imprenditoriale privato, ma vanta significative attività anche all'estero, dov'è presente in 61 Nazioni con 1.063 aziende che impiegano oltre 223.000 persone, 111.000 delle quali al di fuori dell'Italia), cui si aggiunsero le commesse statali sia per le automobili che per i camion, i tram e i motori marini, moltiplicati in particolar modo durante la Grande Guerra (un esempio fu la 501, assemblata in ben 45.000 esemplari). Dopo la 3/12hp del 1900, la Fiat rinnovò totalmente la propria gamma con la presentazione dei modelli 1, 2, 3, 4, 5, 6; di queste auto va ricordata la presenza dei primi esempi di batteria e trasmissione a cardano. La Fiat 508 “Balilla” venne proposta nel 1932 e segnò il nuovo record di produzione con oltre 110.000 esemplari, primato in seguito sbriciolato dalla 500 (detta “Topolino”) che, lanciata invece nel 1936 , toccò il mezzo milione di unità in un ventennio. Inaugurata la fabbrica a funzionamento continuo di Mirafiori, seguiranno la 6 cilindri 1500, la Nuova Balilla 1100 e la 2800.
Nel Dopoguerra, si ricominciò invece con la 500 "Topolino", la 1100 e la sei cilindri 1500. Nel 1948, a fine giugno, si ebbe la prima novità post-bellica: nacque la 500 B, cui fece seguito la versione “Gardiniera” e cui si aggiunsero 1100 B e 1500 D, mentre la 1400 del 1950 fu la prima automobile veramente nuova nonché la prima con carrozzeria portante e fornita di serie di impianto di riscaldamento. Dopo la Campagnola, derivata dalla Jeep, nel 1952 arriveranno la 8V con sospensioni a 4 ruote indipendenti, la 1400 Diesel e la fortunata 1100 e 1100 TV (la celeberrima “modello 103”), che soltanto nel '67 sarà rilevata dalla 124, e la 500 C o “Belvedere”.
La crescita Fiat andò a quel punto di pari passo con il numero di auto vendute e con l'evoluzione tecnologica sino al Progetto 178, serie di automobili vendute assecondando le esigenze dei mercati sudamericani e balcanici: Duna, Siena e Albea. Sotto la presidenza di manager come Vittorio Valletta, Gianni Agnelli, Cesare Romiti, Paolo Fresco, Umberto Agnelli e Luca Cordero di Montezemolo e dopo il record positivo di 71.000 unità prodotte del 1953, l'azienda si dà una struttura societaria più moderna: nel 1978 nasce Fiat Auto Spa, per raggruppare sotto un unico ombrello i marchi Lancia, Autobianchi e Abarth, integrati dall'Alfa Romeo nel 1986, Fiat Professional e i brand sportivi e di lusso Ferrari e Maserati, pur se riconducibili direttamente alla holding. Contestualmente, la Fiat immette sul mercato una serie di vetture in qualche modo destinate a entrare nell'immaginario collettivo degli italiani: dalle 600 e 600 Multipla del '56 alla 850 del '64, dalle 124 e 125 del '67 alle 128 e 130 dell'anno seguente, dalle 127, 132, Nuova 500 e X1/9 del '72 a 131 e 133 di due anni più tardi, e poi Ritmo, Panda, Regata, Croma, Tipo, Duna Tempra, Cinquecento, Punto, Coupé, Barchetta, Ulysse, Bravo, Brava, Marea, Multipla, Doblò, Stilo, Nuova Panda, Sedici e Grande Punto sino al 2005, più le macchine dell'ultima generazione tuttora “in menù”.
Il 10 giugno 2009 Fiat e Chrysler hanno reso nota un’alleanza strategica globale, propiziata dall'amministratore delegato Sergio Marchionne: il gruppo italiano acquisisce il 20 per cento di quello americano, con la prospettiva di arrivare al 35 (nel 2010 la Cinquecento si è ripresentata sul mercato USA dopo 27 anni di assenza), ma la vera sorpresa è giunta il 21 gennaio 2014 con il completamento da parte torinese dell'acquisto del 100% del colosso a stelle e strisce. Sergio Marchionne, che tanto ha contribuito a cambiare volto al marchio Fiat, scompare nel 2018. Ma la sua costante ricerca di un partner per il gruppo FCA prosegue, e dopo la fumata nera per un accordo con la Renault a inizio 2019, le cose vanno a buon fine con un altro gruppo francese: PSA. L'unione porterà alla nascita di Stellantis, nel 2021.