Più che una cabriolet, la Fiat 500C è una sfiziosa “convertibile” in miniatura: ha la capote in tela (fornita in molti colori a scelta), ma conserva le arcate dei montanti laterali in acciaio. Per “scoprirla”, basta premere un pulsante e attendere dieci secondi; in aggiunta, fino alla velocità di 60 km/h è possibile reclinare anche il lunotto (che è in vetro e dotato di sistema di sbrinamento elettrico). Più costosa della versione chiusa (la maggiorazione è attorno ai 2.500 euro), la 500C ne riprende l’impostazione dell’abitacolo, che è elegante, ben rifinito e omologato per quattro, anche se realmente comodo soltanto per gli occupanti dei due posti anteriori. Da segnalare che la diversa forma della coda ha fatto “sparire” il portellone posteriore, sostituito da un piccolo (e molto meno pratico) sportello. La Fiat 500C c'è solo con il tre cilindri 1.0 in versione ibrida "leggera"; le prestazioni sono quelle che ci si può aspettare da una citycar con 70 cavalli, ma va detto che in quinta e in sesta le riprese sono molto lente. La guida, comunque, è gradevole su tutti i percorsi: lo sterzo è diretto e preciso, il rollio limitato, il cambio manuale ben manovrabile.