La piccola Mazda 2 ha uno stile movimentato e grintoso. Dentro, il cruscotto con contagiri minuscolo si inserisce in un ambiente che, salvo qualche dettaglio, appare curato, ma non certo all'ultimo grido; un po' piccolo il display centrale, con schermo di 7 pollici a sbalzo nella plancia (e anche con la connessione a internet). All’abitabilità adeguata per quattro adulti (ma il divano è un po' stretto) si accompagna un bagagliaio di capienza sufficiente, e non dei più accessibili. Provvista di sospensioni che limitano il rollio, la Mazda 2 conta su uno sterzo piuttosto preciso. Adatto alla guida “disinvolta” è pure il cambio a sei marce, caratterizzato da brevi movimenti della leva. Con l'aggiornamento di inizio 2020, l'automatico non è più disponibile e ci sono due versioni del 1.5 a benzina (quella da 75 CV e quella "mild hybrid", con 90 cavalli): il maxi-motorino di avviamento è collegato all'albero motore e, in accelerazione, lo aiuta a girare. Nei rallentamenti, invece, viene trascinato dalle ruote produce corrente, che viene immagazzinata in un supercondensatore dedicato. La grinta ai bassi giri non è molta, ma, sfruttandoli a fondo, i quattro cilindri consentono prestazioni più che buone. E si accontentano di poco carburante. La dotazione delle versioni più ricche comprende accessori non certo banali per la categoria, come il volante e i sedili riscaldabili, il mantenimento in corsia e il sistema di monitoraggio dell’angolo cieco dei retrovisori, che tiene sotto controllo anche l’area dietro la vettura quando si abbandona un parcheggio in retromarcia.