Risale al 2015 il lancio di questa quarta generazione della Mazda MX-5, la compatta spider considerata un classico nel suo genere: il primo modello risale al 1989, e già nel 2016 è stato raggiunto il traguardo del milione di esemplari venduti (un record fra le sportive a due posti). La formula è quella delle origini, e prevede il motore anteriore (montato in posizione longitudinale e arretrata) e la trazione posteriore. Ne risulta una equilibrata ripartizione dei pesi (50:50) fra avantreno e retrotreno, vanto delle sportive inglesi degli anni 60, delle quali questa giapponesina rappresenta l’erede putativa.
Grazie alle dimensioni ancor più contenute che in passato (la vettura è lunga appena 392 cm) e alla progettazione definita anche in funzione della riduzione del peso (cofano, baule e rinforzi del paraurti sono in alluminio), ora la massa supera di poco i 1000 kg. Un fattore che favorisce la maneggevolezza e le prestazioni, vivaci anche nel caso della 1.5 da 132 CV. In alternativa c’è la più incisiva versione 2.0 da 184 CV, anch’essa a benzina. In entrambi i casi, l'allungo termina solo a 7500 giri e abbinato c'è un cambio manuale preciso e rapido a sei marce.
Rispetta la tradizione e le esigenze della leggerezza pure la capote, che è in tela e provvista di sistema di apertura manuale facilmente azionabile stando seduti. Piuttosto curato, l’abitacolo della Mazda MX-5 è “cucito addosso” a guidatore e passeggero e non manca di piccole attenzioni al comfort, quali gli altoparlanti dell’hi-fi integrati nei poggiatesta oppure il frangivento che “taglia” i vortici quando si viaggia a cielo aperto. Con l'aggiornamento del 2018 è finalmente arrivata anche la regolazione in profondità del volante, che si va ad aggiungere a quella in altezza: i più alti possono finalmente assumere una posizione di guida corretta. Non mancano gli aiuti elettronici alla guida, come l'avviso di uscita involontaria dalla corsia, la frenata d'emergenza automatica e i sensori degli angoli ciechi degli specchietti.