La Mazda MX-30 è una suv-coupé di taglia media (è lunga 440 cm, larga 180 e alta 156) è filante e ricca di soluzioni originali, anche se non sempre pratiche. Un esempio sono le minuscole porte posteriori, prive di maniglie esterne e con apertura controvento, che è possibile solo dopo aver aperto anche quelle anteriori: entrare dietro è complicato. Nel frontale spicca la sottile mascherina, mentre attorno ai parafanghi e alla base delle fiancate le fasce in plastica danno un aspetto muscoloso e proteggono dai piccoli urti da parcheggio o dal pietrisco.
L’abitacolo della Mazda MX-30 è moderno e ben rifinito, con uno schermo di 7" (per la verità montato un po’ troppo in basso) da cui regolare le funzioni del “clima” bizona. Della stessa misura il display del sistema multimediale, nella plancia. Le finiture sono molto accurate, ma c'è poco spazio sul divano, e, come detto prima, arrivarci non è semplice. Piccolo, poi, il bagagliaio.
L'originalità la si ritrova anche nella meccanica della Mazda MX-30. C'è solo la versione R-EV a trazione anteriore, una particolare variante plug-in a benzina, che si muove sempre in elettrico: la batteria è di soli 17,8 kWh, per cui una ricarica completa secondo la casa consente di percorrere 85 km a emissioni zero. Ma in più c'è un compatto motore rotativo Wankel (cioè dotato di rotore invece che di pistoni) che entra in gioco ricaricando le pile quando termina la riserva di elettricità. Il motore Wankel anteriore trasversale lavora in asse con l’elettrico, l'unico che fornisce la trazione e ha 170 CV. I cavalli del Wankel (che ha una cilindrata di 830 cm3), invece, sono 74. Il sistema è efficiente in città, dove si ricarica anche in frenata oltre che collegando la spina a una colonnina; in autostrada a batteria scarica, invece, il piccolo motore termico va a pieno regime per rigenerare gli accumulatori: i consumi sono molto alti, le prestazioni scarse (130 orari di velocità massima).