IL PROTOTIPO E IL TEMPO - Cosa unisce designer e dirigenti automobilistici giapponesi con i leggendari carrozzieri italiani? È una domanda insolita che ha una risposta spettacolare e coinvolgente al punto tale da aver dato vita a un docufilm dal titolo “La forma del tempo”. Il video (qui sotto) è stato presentato in una conferenza da Roberto Pietrantonio, Claudio Di Benedetto ed Erika Giandomenico di Mazda Italia. Tutto parte dalla foto, in piazza Duomo a Milano, del prototipo Mazda MX-81, disegnato Marc Deschamps, all'epoca direttore del design alla Bertone. Questo prototipo su meccanica Mazda, esposto al Tokyo Motor Show del 1981 è stato il primo ad avere la sigla “MX”. La foto milanese ha scatenato la curiosità dello staff di Mazda Italia al punto che Claudio Di Benedetto, direttore marketing e pr della casa giapponese, ha scritto a Nobuhiro Yamamoto, ingegnere Mazda padre della celebre MX-5. Yamamoto ha fatto ricerche scoprendo che la MX-81, contrariamente alla prassi, non era stata demolita. Mazda Italia ha così deciso di restaurarla per rifare la foto davanti al Duomo di Milano insieme alla “pronipote” Mazda MX 30. Il restauro è stato affidato alla Superstile di Moncalieri e il coordinatore del lavoro è stato Flavio Gallizio, che viene dalla leggendaria Bertone.
IN MOTO DAL GIAPPONE - Nel docufilm si narra anche di come, negli Anni 60, iniziò la collaborazione tra Giorgetto Giugiaro (allora alla Bertone) e la Mazda. Fu Hideyuki Miyakawa, corrispondente per una rivista di design, che al Salone di Torino conobbe Giorgetto Giugiaro e lo mise in contatto con il costruttore di Hiroshima, che allora si chiamava Toyo Kogyo. Iniziò una collaborazione che diede vita ad alcuni modelli della casa giapponese, come le Mazda Familia e Luce.
UN LEGAME PROFONDO - Anche Ikuo Maeda, dal 2009 general manager del design Mazda, rivendica con orgoglio il legame con il design italiano. Era giovanissimo quando ha incontrato Bertone e Giugiaro e il conoscerli lo ha stimolato molto. Erano persone che venivano da paesi stranieri (all’epoca Maeda non era mai uscito dalla natia Hiroshima) e ha pensato: vorrei lavorare con persone come loro, così eleganti e creativi. L’evento di presentazione de “La forma del tempo” è continuato sull’onda di questi ricordi anche con il contributo di Silvia Baruffaldi, direttrice della rivista Auto&Design che dipanato il filo che unisce Mazda, l’Italia e la tradizione del design che nel nostro Paese ha raggiunto livelli che si possono definire artistici oltre che artigianali. Si tratta di legami che hanno una storia lunga più di 60 anni e che genera frutti ancora oggi, tanto che in ogni nuovo modello Mazda c’è un po’ di design italiano.
IL DESTINO E LE PERSONE - È una storia che è prima di tutto relazioni tra le persone, iniziate quasi per caso o forse guidate dal destino, e che ha al centro la cura dell’oggetto e l’eccellenza nell’artigianato, dalla progettazione alla produzione, che accomunano due popoli all’apparenza così distanti. Sono intervenuti anche Giorgetto Giugiaro, memoria storica di quegli eventi e del design italiano, Dario Acocella, regista del docufilm, e Andrea Calbucci, in rappresentanza di Lungta Film, produttrice del video ma anche del premiato film Padrenostro. La forma del tempo ha evidenziato i legami fra la Mazda MX-81 e la MX-30, la prima elettrica di serie di Mazda. La loro sfida è creare nuovi valori senza i limiti delle convenzioni, uno slancio mantiene le forme artigianali del design Kodo, ispirato al movimento dell’energia e alle linee armoniche che ci circondano. Pensate che la MX-81 aveva i tergicristalli a scomparsa, poltrone girevoli e un volante rettangolare che incorniciava un display (a tubo catodico) già in grado di visualizzare delle mappe.