La SWM G01 è una suv medio-grande a trazione anteriore; è prodotta in Cina da un'azienda che ha acquisito il marchio italiano famoso negl anni 70 e 80 per le sue moto da cross. Lunga 461 cm, ha un aspetto gradevole anche se poco personale. Il frontale è dominato dalla grande mascherina esagonale con cornice e listelli orizzontali cromati e fari assottigliati con i bordi squadrati. La linea della fiancata, pulita, mette in risalto il profilo cromato che corre lungo il contorno dei finestrini. Nella zona posteriore, spiccano la grande scritta SWM e i fari a sviluppo orizzontale.
I comandi della SWM G01 sono ben disposti e le finiture di buon livello, con qualche concessione al lusso, come il rivestimento in pelle dei sedili. L’allestimento è completo e comprende il climatizzatore automatico e il sistema multimediale con schermo centrale di 10” (la grafica è poco accattivante, ma si connette al telefono con Android Auto e Apple CarPlay). Lo spazio è abbondante sia davanti sia dietro, dove sta comodo anche chi siede al centro grazie al pavimento piatto. Il portellone motorizzato dà accesso a un bagagliaio ampio (570 litri) e ben rifinito, ma anche alla massima apertura resta basso (chi è più alto di 180 cm rischia di urtarlo con la testa).
Sotto il cofano della SWM G01 c’è un quattro cilindri 1.5 turbo a benzina da 139 CV, disponibile con il cambio manuale a 6 rapporti o con il robotizzato a doppia frizione a 7 marce DCT. Ma la differenza fra le due versioni non si limita al cambio: la 1.5 DCT offre sistemi di sicurezza che la manuale non ha, come la frenata automatica d’emergenza, il cruise control, il monitoraggio dell’angolo cieco oltre agli airbag laterali e a tendina (quella con il cambio manuale ha solo i due frontali).
La SWM G01 è comoda, con sospensioni che “lisciano” bene buche e tombini. L’abitacolo è ben insonorizzato e i rumori esterni arrivano ovattati. Con il cambio automatico la spinta è modesta ma fluida, con un po’ di ritardo nella risposta quando si accelera a fondo. Piuttosto alti i consumi dichiarati, che si traducono in percorrenze di circa 10 chilometri con un litro di benzina.