300.000 AUTO L'ANNO - Saltato l'accordo con la Sollers (leggi qui la news), la Fiat ha presentato al ministero dello Sviluppo economico della Federazione Russa un memorandum d'intesa riguardante la produzione di circa 300.000 vetture l'anno. Come precisa una nota diffusa dalla Fiat, “il piano prodotto sarà basato principalmente sulla produzione di vetture di segmento C (come la Fiat Bravo) e D (Alfa Romeo 159), suv e veicoli commerciali leggeri. I marchi Fiat e Jeep saranno i pilastri di questo progetto, che prevede inoltre la distribuzione di un limitato numero di prodotti importati a completamento della gamma”. Il gruppo torinese è già presente in Russia con la produzione dei veicoli commerciali leggeri Doblò e Ducato e della berlina Linea (nella foto in alto).
UN MERCATO APPETITOSO - Con una previsione di crescita per il 2020 di circa 4 milioni di auto vendute l'anno, la Russia dovrebbe diventare il sesto mercato al mondo e dunque fondamentale per tutti i costruttori: oltre al gruppo Fiat e Ford, in Russia hanno stretto una joint-venture la Renault con la Avtovaz per costruire un modello “low-cost” (leggi qui per saperne di più) e la Volkswagen con la Gaz.
RATING IN RIBASSO - Il fatto non è legato alla "campagna di Russia" della Fiat, ma secondo Standard & Poor's, una società americana che realizza ricerche finanziarie e analisi su titoli azionari, la scissione delle attività produttive in Fiat e Fiat Industrial, ha indebolito il profilo creditizio del gruppo torinese. Considerati i rischi connessi al piano di accelerare l'acquisizione della Chrylser, passando dall'attuale 25% al 51% entro fine anno (leggi qui per saperne di più), il rating di lungo termine di Fiat è sceso da BB+ BB. Invariato, invece, il giudizio di BB+ espresso per Fiat Industrial. Il rating è un metodo utilizzato per classificare i titoli obbligazionari delle imprese in base alla loro rischiosità.