CI SIAMO QUASI - Da Parigi rimbalza in queste ore la notizia che il gruppo PSA potrebbe discutere la fusione con la FCA già martedì prossimo nel corso di una riunione del suo consiglio di sorveglianza. In discussione c’è il famoso memorandum di intesa, il documento che delinea i passi per portare alla vera e propria fusione delle due società, che si dovrebbe poi concretizzare nel corso del 2020.
QUALCHE OSTACOLO IN PIÙ - Secondo alcune fonti citate dall’agenzia Bloomberg, il team di circa 100 manager delle due società che sta mettendo a punto il memorandum, starebbe procedendo speditamente, nonostante i nuovi fatti emersi nelle scorse settimane. Il primo di questi è la causa intentata dalla GM nei confronti della FCA, accusata di aver pagato, in passato, tangenti ai sindacati per stipulare un contratto con i lavoratori a condizioni più favorevoli rispetto alla concorrenza. La richiesta è di un risarcimento miliardario. Il secondo riguarda il Fisco italiano, che nei giorni scorsi ha contestato alla FCA di avere sottostimato di 5,1 miliardi di euro il valore della Chrysler acquisita nel 2015.
UN COMPITO NON FACILE - La fusione tra FCA e PSA creerebbe il quarto gruppo automobilistico al mondo per veicoli prodotti ed è quindi destinata a cambiare gli equilibri del dettore dell’automobile. A capo della nuova società con sede legale nei Paesi Bassi, ci sarà Carlos Tavares in qualità di ceo, con un consiglio di amministrazione di undici membri, presieduto da John Elkann, formato da cinque rappresentanti dei soci PSA e cinque dei soci FCA. Il manager portoghese avrà il non facile compito di integrare due realtà così diverse tra loro, con vari di marchi da gestire (Fiat, Opel, Citroën, Jeep, Peugeot, Maserati, Alfa Romeo, DS, Lancia, Chysler, Dodge) e decine di fabbriche sparse per il mondo.