DIKTAT: SI PAGA - Piemontese della Granda, nato in quella Garessio dove il dialetto si mischia a quello dell'entroterra savonese, Giorgetto Giugiaro parla di sé in un video (qui sotto) che accompagna la pubblicazione del libro a lui dedicato, “Giorgetto Giugiaro. Le strade del design”. Con la consueta riservatezza, ma anche con quel pragmatismo che deve avere chi, a causa del proprio talento, deve rapportarsi col mondo, il designer (anzi, il Car Designer del Secolo, premio conferito nel '99 a Las Vegas) si racconta con uno stile inconfondibile: un quarto d'ora è certo poco, ma molto del Giugiaro-uomo, se non in dettaglio, è possibile delinearlo a grandi linee.
SOGNI REALIZZATI - Tra i primi argomenti toccati, proprio il luogo d'origine e il trasferimento a Torino, dove intraprende gli studi di disegno tecnico e belle arti; a soli 17 anni, l'assunzione nel Centro Stile Fiat da parte di Dante Giacosa, carismatico personaggio non solo nella tecnica, ma anche nel design industriale. Da lì Giugiaro rievoca come, all'età di 21 anni, mandi a Bertone alcuni bozzetti per arrotondare lo stipendio: il grande Nuccio gli dà l'opportunità di realizzare quello che oggi chiameremmo concept su base di una Chevrolet Corvair.
ORIENTE - Passato a breve alla Ghia e fondata Italdesign, Giugiaro si sofferma a raccontare dell'incontro con Colin Chapman che porta alla realizzazione della Esprit; di qui il racconto spazia in Oriente, quando le auto con gli occhi a mandorla erano realmente di un altro mondo, tanto che a Giugiaro (che firmò la prima Hyundai Pony a fine anni Settanta) piace ricordare i metodi di lavoro radicalmente opposti - evidentemente, peraltro, ammorbiditi, visto che dalla sua matita escono idee per Toyota, Isuzu e Nissan.
DALL'AVVOCATO AL TRIAL - Un continuo di esperienze, quelle di Giugiaro: che nel video racconta di BMW, dei rapporti con il proprio socio Aldo Mantovani (che si è ritirato nel 2007) e con personaggi del calibro dell'Avvocato Agnelli. Ma anche del figlio Fabrizio, che - ancora ragazzo - pare avesse il dono di ricercare la funzionalità nelle auto disegnate dal padre e al quale demandò nel 1993 una concept BMW con motore posteriore. Dei rapporti con la Volkswagen, della paura e della tentazione di essere acquisito (cosa poi successa nel 2010), fino alla parte più intima, quella dedicata allo stare bene da solo, al camminare tra le montagne e - visto che con Giugiaro un motore salta sempre fuori - esplorarle con la moto da trial.