CONTROCORRENTE - Con una analisi lucida e argomentata, Elmar Degenhart - amministratore delegato della Continental, colosso tedesco della componentistica per auto - ha smontato le ipotesi che vogliono
Google interessato a diventare produttore di automobili, nonostante abbia realizzato un prototipo a guida autonoma (
foto sopra,
qui per saperne di più). Il manager ha espresso la sua opinione/previsione nel corso di un’intervista rilasciata all’agenzia giornalistica tedesca DPA.
OBIETTIVI DI CRESCITA - Dagenhart argomenta il suo orientamento con statistiche relative all’uso di Internet e agli spazi di allargamento di tale uso proprio legati all’automobile. Rendere agevole e diffondere Internet sulle automobili significa creare per Google un nuovo grande bacino di business e allargare così il suo giro di affari. Ma non solo: “Google cerca di espandersi in altri campi di business perché deve continuare a crescere. E si interessa all'auto perché la vede come fonte di dati e informazioni” ha detto Degenhart.
CONTI ALLA MANO - Il manager della Continental argomento la sua visione con numeri eloquenti relativi al rapporto tra Internet e l’automobile “Tre miliardi di utenti Internet, che sono in linea in media per 3 ore al giorno ciascuno Ha affermato Degenhart - fanno 9 miliardi di ore di utilizzo giornaliero. Se consideriamo un miliardo di veicoli esistenti al mondo, guidati in media per un'ora al giorno, il tempo dedicato a Internet potrebbe quindi crescere di un miliardo di ore al giorno. Ma anche una parte limitata di questo mercato sarebbe interessante per i giganti di Internet”.
UN SOGNO - Le parole di Degenhart sono significative perché provengono dal capo di una azienda che già fornisce alla Google componenti per la sua auto a guida autonoma, già in fase di sviluppo. Va però anche detto che lo stesso capo della Continental raffredda gli entusiasmi per la guida autonoma sostenendo che immaginare di avere auto che si guidano da sole, o senza freno e acceleratore per le strade di New York è fantascienza: “le condizioni del traffico nei contesti come quello della “Grande Mela” sono troppo complessi e imprevedibili per attuare la guida autonoma”.