MANCANO I PRESUPPOSTI - Il presidente della Great Wall Motors è stata la prima a raccontare di un interesse della società per la Jeep, fra i marchi più redditizi della FCA, nell’ambito degli ambiziosi programmi allo studio per far diventare la società cinese il maggior costruttore al mondo di suv (qui la news). Le parole di Wang Fengying hanno colto di sorpresa osservatori e analisti, ma vengono oggi ridimensionate dall’azienda tramite una nota ufficiale, ripresa da Il Sole 24 Ore, in cui la Great Wall smentisce l’esistenza di trattative e la sostenibilità economica dell’operazione. La società ammette di aver effettuato analisi sulla FCA, ma di non aver compiuto progressi e di coltivare incertezze riguardo all’eventualità di far giungere in porto le trattative, perché l’operazione non deve incidere sui risultati finanziari e pesare sui conti dell’azienda. La Great Wall, inoltre, non ha contattato i vertici della FCA e siglato alcun accordo con i suoi rappresentanti.
QUESTIONE DI VALUTAZIONI - La nota ufficiale diffusa dalla Great Wall (nella foto il modello Haval H6) conferma le previsioni degli analisti, che consideravano molto difficile (se non del tutto impossibile) un accordo fra i due costruttori. La questione principale è il valore della Jeep, in termini economici e industriali: il costruttore statunitense ha generato il 40% dei ricavi e venduto il 30% delle auto registrate a fine 2016 dalla FCA, che privandosene rinuncerebbe a un marchio fra i più in salute di tutto il gruppo, specializzato nei suv e con generose prospettive di crescita in tutto il mondo. Gli analisti della banca Morgan Stanley ritengono non a caso che la Jeep valga da sola più di tutta la FCA. Per questo motivo la Great Wall dovrebbe investire molto denaro nell’operazione, andando oltre le sue reali possibilità, che al momento sono insufficienti: l’azienda cinese ha incassato l’anno scorso 14,3 miliardi di dollari, ma la Jeep potrebbe raggiungere una valutazione nell’ordine dei 18/23 miliardi dollari.