SITUAZIONE DIFFICILE - Carlos Tavares (nella foto), insediato da meno di un mese alla presidenza del gruppo PSA Peugeot Citroën, è partito subito all'attacco dei numeri per traghettare l'azienda fuori dalle attuali difficoltà economiche verso un futuro di redditività. Tavares subentra a Philippe Varin ereditando una situazione molto complessa e a tratti drammatica. Negli ultimi trenta mesi il gruppo PSA Peugeot Citroën ha accumulato perdite per 7,5 miliardi di euro. Nel 2013, con l'ingresso dello stato francese e della Dongfeng Motor nella proprietà dell'azienda, la famiglia Peugeot ha perso la posizione di controllo (dopo 118 anni) scendendo dal 25% al 14% del pacchetto azionario. Operazione che ha, però, portato in cassa 3 miliardi di euro. Ma questa è storia.
BACK IN THE RACE - Ora c'è il futuro: il nuovo presidente punta a ribaltare la situazione in soli tre anni. Come? Con il piano “Back in the Race” (tornare in corsa) e una fitta tabella di marcia. Inizia subito e guarda al 2018, con traguardi parziali ben definiti e ambiziosi. Il gruppo PSA Peugeot Citroën deve tornare ad avere un flusso di cassa positivo entro e non oltre il 2016. Questo indicatore economico è strategico per far crescere il valore complessivo dell'azienda. Ma Tavares non si ferma qui: tra il 2016 e il 2018 vuole che questo flusso di denaro raggiunga un valore di almeno 2 miliardi di euro.
QUATTRO CARDINI - Il piano finanziario chiude poi con le previsioni sul margine operativo (che indica la capacità di produrre renndito di un'azienda), che Tavares vuole portare al +2% per la divisione automobile entro il 2018 (nel 2013 ha fatto segnare -2,9%) e poi incrementarlo, con il prossimo piano industriale, al 5% nel periodo 2019-2023. Per poter raggiungere questi traguardi l'azienda deve intervenire su quattro punti di sviluppo e razionalizzazione.
SI PUNTA SULLA DS - La linea di vetture DS di Citroën diventerà un marchio a se stante che si posizionerà in diretta concorrenza con le vetture premium tedesche, ma senza perdere la connotazione francese. Anche le vetture Peugeot e Citroën saranno riposizionate per evitare cannibalizzazioni interne, attualmente presenti. E verranno incrementate le versioni ibride con il passaggio alla tecnologia plug-in (ricaricabile). E le ibride di Peugeot sono a trazione integrale e così aprono nuovi mercati.
DA 45 A 26 MODELLI - La gamma di tutti e tre i marchi sarà, inoltre, razionalizzata: dagli attuali 45 modelli si dovrebbe scendere a 26 entro il 2020, sempre nell'ottica di ridurre le sovrapposizioni e per rendere più efficiente la produzione industriale. Inoltre dovrebbero scendere i costi di ricerca e sviluppo per le piattaforme e l'industrializzazione delle nuove auto.
I PAESI EMERGENTI - Un passaggio fondamentale per la crescita è la revisione dei programmi di sviluppo sui vari mercati. Per la Cina si prevede un forte incremento di produzione (fino a 1.000.000 di auto) e l'espansione della rete di vendita per triplicare i volumi entro il 2020, sfruttando soprattutto il nuovo marchio DS con il lancio di sei nuovi modelli. Poi verranno valutati nuovi mercati emergenti (Africa e Mediterraneo) che possano portare redditività. In Russia e America Latina sono, invece, previste riorganizzazioni per tornare alla redditività entro tre anni, mentre per l'Europa, Francia compresa, sono previsti pesanti tagli e ristrutturazioni, peraltro già in atto ed ereditate dalla precedente gestione.
I COSTI DI PRODUZIONE - Infine tutti gli stabilimenti verranno modernizzati per ridurre i costi di produzione anche attraverso un taglio degli stock di componentistica sul sito di assemblaggio.