BENE I MERCATI - Brasile, Cina e India: sono questi i mercati su cui fa leva la
Hyundai (oltre alla Kia, che è di sua proprietà) per raggiungere la quota-record di
8 milioni di auto per il
2014. Con buona pace di chi ha puntato, evidentemente, su mercati che non sono cresciuti come previsto. Eppure, per il Gruppo, i risultati economici sono inficiati da due fattori: l'assenza della Russia tra i mercati profittevoli e una valuta locale, il won, apprezzato nei confronti del dollaro. Per capirci, così come le Case giapponesi hanno registrato sovente semestrali da record in virtù di uno yen debole che favorisce le esportazioni, l'esatto contrario accade a quelle coreane.
VOLUMI ELEVATI - Nei primi dieci mesi del 2014, Hyundai e Kia hanno venduto 6,55 milioni di veicoli: secondo Hyundai Motor Group, cui i marchi fanno capo, sono stati i suv Tucson (che da noi è la ix35) e Santa Fe a trainare le vendite. L'obiettivo di 7,86 milioni di veicoli entro fine anno, dunque, è passibile di miglioramento: magari in virtù della nuova generazione della Hyundai i20 (foto sopra) che verrà lanciata questo mese in Europa. Fuori tempo massimo, invece, la Sorento di prossima generazione, chiamata ad alimentare il venduto del 2015.
WON FORTISSIMO - Tuttavia, come accennato in precedenza, è la moneta forte (il won) a penalizzare le esportazioni: “Il mercato non è ancora roseo, ha dichiarato Chung Mong Koo, presidente del gruppo Hyundai, superiamo la situazione di mercato sfavorevole e dimostriamo la competenza della nostra industria automobilistica”. Nel corso della sua gestione, il settantaseienne Chung Mong Koo ha portato il gruppo coreano a essere il quinto su scala mondiale. A tutto settembre 2014, il won si è apprezzato del 2% rispetto al dollaro negli ultimi 12 mesi - il massimo valore di una divisa estera rispetto a quella statunitense - mentre lo yen si è deprezzato del 10%.