STANGATA DI CAPODANNO - Con l’anno nuovo sono arrivati anche i nuovi pedaggi autostradali, ovviamente aumentati. Secondo il ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture le tariffe in media sono aumentate del 3,9%, che già non è poco dal momento che il tasso d’inflazione nel 2013 è stato dell’1,2%. Eppure le società autostradali avevano chiesto un aumento ancora maggiore, cioè del 4,8% rispetto ai pedaggi precedenti. Senza contare che l’aumento medio nasconde situazioni in cui l’incremento del pedaggio è parecchio più sostenuto.
AUMENTI SMISURATI - Dato il periodo di difficoltà economiche generali, già l’aumento in sé è significativo, ma se poi lo si colloca nel lungo periodo diventa ancora più pesante e incomprensibile. L’evoluzione dei pedaggi dal 1999 al 2013 mette in evidenza un aumento del 65 per cento, mentre l’inflazione non è andata oltre il 37%.
PRIVATIZZAZIONE DEGLI UTILI - Ma perché proprio dal 1999? Perché quell’anno fu varata la privatizzazione delle autostrade, sbandierando ricadute di efficienza e di convenienza economica. La convenienza c’è stata e c’è, ma per le società autostradali. Per la società Autostrade per l’Italia (prima era Autostrade spa) il Corriere della Sera ha calcolato che gli utili in questi anni sono stati 7 miliardi e 638 milioni di euro.
COME LE POLIZZE RC AUTO - In pratica è successo quel che è successo con le assicurazioni Rc auto, che quando furono sottratte al regime di prezzi controllati dallo Stato fu detto che ne sarebbe derivato un vantaggio per l’automobilista in termini di polizze meno care. Si è visto invece come è andata.
PEDAGGI PER INVESTIRE? - Di fronte a questa realtà e alle proteste contro l’ultimo aumento, le società autostradali scaricano sul governo le colpe di tutto: «Se i governi, a partire dal 2004, non ci avessero chiesto investimenti addizionali rispetto alla Convenzione del 1999, come per la Variante di Valico, le tariffe sarebbero aumentate meno dell’inflazione» ha dichiarato Giovanni Castellucci, amministratore delegato di Atlantia, la holding a cui fanno capo le società Autostrade per l’Italia, quelle per il traforo del Monte Bianco e Raccordo Autostradale Valle d’Aosta, oltre alla tangenziale di Napoli e alle Autostrade Meridionali.
COLPA DEI GOVERNI? - In pratica, secondo il manager di Atlantia, gli aumenti ci sono stati e ci sono perché il governo vuole “favorire la crescita” con le autostrade. Peccato che la rete autostradale italiana è invariata da tantissimi anni, mentre negli altri paesi europei c’è stato un sensibile sviluppo che ha portato la Francia e la Spagna a superare il nostro paese in termini di chilometri di tratte autostradali. Ciò quando negli Anni 70 l’Italia era seconda soltanto alla Germania.
AUTORITÀ LATITANTE - In questo quadro ci sarebbe da aspettarsi l’intervento o comunque un’azione di analisi e comprensione da parte di un’autorità esterna. Autorità esterna che esiste da oltre sei mesi: l’Autorità per i Trasporti, con sede a Torino, ma che brilla per il suo silenzio. E dire che quando doveva essere istituita ci fu una bella querelle per l’assegnazione della sede… Ma da che sono state create e assegnate le poltrone relative, tutto tace.