IN MENO DI VENT’ANNI, UNA PULIZIA SORPRENDENTE
Le normative antinquinamento diventano sempre più severe: dal primo gennaio del 2011 tutte le auto nuove dovranno essere almeno Euro 5. Per dare un’idea, rispetto ai modelli Euro 0 venduti fino al 1993, le emissioni sono più basse di circa un centinaio di volte: un progresso tecnologico impressionante, che aiuta la salute di chi vive in zone ad alta densità di traffico, ma al quale non corrisponde un pari progresso degli strumenti di controllo delle auto in circolazione.
STRUMENTI DATATI
Nelle revisioni periodiche (che in Italia sono obbligatorie per legge dopo quattro anni dall’immatricolazione, e in seguito ogni due anni) l’inquinamento delle auto a gasolio viene misurato con un opacimetro: a grandi linee, lo stesso strumento usato già negli anni 80, quando le iniezioni common-rail e i filtri antiparticolato non erano neanche nei sogni dei progettisti, l’elettronica di controllo era a uno stadio embrionale e molti diesel fumavano come ciminiere. E l’opacimetro misura proprio (e solo) il fumo, cioè la parte visibile del particolato (detto anche PM, o “polveri sottili”), sostanza emessa praticamente solo dai motori a gasolio e considerata come il componente più pericoloso dell’inquinamento.
PARTICELLE CHE NON SI VEDONO
Dai tubi di scarico delle diesel moderne, il particolato esce ancora. Solo che le polveri sono oggi molto inferiori in quantità e composte da particelle decisamente più piccole, e quindi invisibili. Il problema è proprio questo: a meno che un motore sia completamente “andato” (o sia elaborato contro la legge), un diesel Euro 4 non fuma mai, anche se inquina dieci volte di più di quanto previsto dal costruttore. E l’opacimetro, come l’occhio umano, non se ne accorge, valutando “sufficientemente puliti” anche questi scarichi: la macchina passa senza problemi la revisione, e magari inquina come una Euro 1. Vanificando anni di miglioramenti tecnologici. E avvelenando l’aria.
CON O SENZA FILTRO: PARI SEMBRANO, MA NON SONO
L’entità del fenomeno è stata misurata dalla Dekra, società specializzata proprio nelle revisioni periodiche. Auto diesel recenti sono state sottoposte a una verifica delle emissioni dopo aver eliminato il filtro antismog, simulando un guasto grave, che procura un livello di inquinamento parecchie decine di volte superiore rispetto a quello prodotto dalla stessa vettura in perfette condizioni. Ebbene, con l’opacimetro era difficile notare differenze, mentre con un nuovo tipo di strumento laser (che riesce a misurare la quantità di particolato emessa, invece che la fumosità) il problema risultava subito evidente.
GLI STRUMENTI CI SONO. MA SERVE MOLTA PAZIENZA
L’adozione di questi nuovi strumenti è al vaglio delle Commissioni Europee interessate; siamo ancora nelle prime fasi, per cui di tempo prima di vederli nelle officine di revisione ne passerà parecchio. Da un lato, chi ha una macchina turbodiesel potrà anche ridere sotto i baffi, perché fino ad allora sarà praticamente sicuro di passare le revisioni, qualunque sia lo stato di “salute” del suo veicolo. Ma per l’aria che respiriamo il discorso è assai diverso.