MOMENTI PERICOLOSI - Gli inseguimenti tra auto della polizia e quelle dei fuggitivi sono estremamente pericolosi per la sicurezza stradale. Da un lato c’è la necessità di fermare il veicolo in fuga, dall’altro c’è quella di non mettere in pericolo la sicurezza di nessuno per farlo. E allora vanno in scena lunghi inseguimenti, talvolta mandati in onda dalle tv americane, in cui la polizia si limita spesso a seguire a debita distanza, senza poter intervenire. Proprio guardando uno di questi inseguimenti è nata l’idea del Grappler, una sorta di rete di corde inserita in una struttura montata sul paraurti della auto della polizia che può scendere ed entrare in contatto con una delle ruote posteriori dell’auto sospetta. Così facendo le corde bloccano la ruota, impedendo all’auto di proseguire nella fuga ma mantenendola comunque in un assetto stabile.
SEMPRE PIÙ DIFFUSO - Il sistema è conosciuto e utilizzato da tempo negli Stati Uniti, da cui provengono molti filmati che si trovano in rete. Uno dei più recenti è stato condiviso su X (lo vedi qui) e riguarda il caso di una Chevolet Camaro rubata da due 17enni, che avrebbero obbligato il proprietario della vettura a dar loro le chiavi sotto la minaccia di una pistola. Una volta arrivati a portata di Grappler, la volante ha posizionato il dispositivo riuscendo a bloccare la Camaro senza fare ulteriori danni a cose o persone.
SICURO PER TUTTI - È ancora più chiaro il funzionamento del sistema se si guarda uno dei tanti video che riprendono le scene dall’esterno. Non appena le corde del Grappler vengono a contatto con la ruota, quest’ultima si blocca, impedendo al guidatore di proseguire, anche azionando la retromarcia. Come detto, uno dei principali vantaggi del Grappler è il grande livello di sicurezza in quanto non fa perdere il controllo della vettura inseguita, come potrebbe fare una striscia chiodata o uno speronamento da dietro.