Un’esperienza trentennale nel settore dell’auto, con 24 anni vissuti in quello che era il gruppo Fiat, diventato FCA nel 2014 e Stellantis nel 2021. Questo è il curriculum di Luca Napolitano (nella foto qui sopra), oggi il Ceo del marchio Lancia (e, da maggio, anche responsabile delle vendite e del marketing di tutto il gruppo). Con lui abbiamo fatto una lunga chiacchierata, nel momento in cui la Ypsilon del 2011 lascia il posto a quella tutta nuova, più grande e proposta come 1.2 turbo ibrida o elettrica.
La Ypsilon della serie precedente ha chiuso la sua carriera. Ricordiamo i numeri che l’hanno caratterizzata?
Innanzitutto voglio ringraziare per tutto quello che è stato fatto in questi anni a Tychy, dove venivano prodotte le Ypsilon (dalla fabbrica polacca ora escono le crossover Jeep Avenger, Fiat 600 e Alfa Romeo Junior, oltre alle elettriche frutto della joint-venture fra Stellantis e la cinese Leapmotor, ndr). La Ypsilon, per noi, è l’auto dei record: in quarant’anni si sono susseguite quattro generazioni, con 37 serie speciali, oltre tre milioni di unità vendute e quasi un milione di auto oggi circolanti in Italia. Fino all’ultimo siamo restati sopra le 40.000 consegne annue, rimanendo sul podio delle vendite nel nostro Paese. Per farlo, abbiamo puntato su un continuo sviluppo nello stile, cercando di mantenere questa vettura sempre piacevole e rilevante nei contenuti. Per esempio, negli ultimi due anni abbiamo offerto anche la ricarica wireless per i cellulari, una grande comodità poco diffusa fra le auto di questo tipo. Adesso, però, è arrivato il nuovo modello. E si cambia. Drasticamente. Non è stata una scelta facile passare a una categoria di auto superiore, perché per quanto riguarda i volumi di vendita e la fascia di prezzo significa lasciare la nostra zona di comfort. Ma credo anche che sia la soluzione giusta in base all’obiettivo indicato dal Ceo Carlos Tavares per la Lancia: diventare un marchio rispettato nel settore premium del mercato europeo.
La gamma della nuova Ypsilon è semplice, come motori e allestimenti. C'è spazio in futuro per ampliare l'offerta, oltre all’HF in arrivo fra qualche mese?
La semplicità della gamma è legata a una scelta ben precisa: vogliamo facilitare sia chi vende nei saloni sia chi sceglie l’auto sul nostro sito internet. Non siamo né Audi, né Mercedes: osserviamo con attenzione e rispetto questi marchi, che propongono una gamma di vetture e di optional quasi sconfinata, ma dobbiamo mantenere un po’ di umiltà e agevolare chi vende, anche per quanto riguarda la gestione degli stock. Ciò detto, lo spazio per qualche novità c’è. Con l’arrivo della HF, probabilmente uscirà dalla gamma la Cassina. E introdurremo delle versioni sportiveggianti, con i motori meno potenti ma con lo stile grintoso della HF: potrebbero chiamarsi HF Line.
Come si coniuga il ritorno ai rally e la versione sportiva HF per un'auto che punta molto su eleganza e comfort?
Questa ambivalenza si ritrova in tutta la storia della Lancia. Pensiamo alla Flamina presidenziale o alla spider Aurelia B24: sono un riferimento di eleganza, le classiche “belle auto” italiane. Al contempo, grazie a Fulvia, Stratos, 037 e Delta, la Lancia detiene il record delle vittorie nel campionato mondiale rally. Ora stiamo per tornare alle gare: non in pompa magna, ma in modo umile e pragmatico, con la Ypsilon Rally 4 HF (vedi qui al news), e devo dire che abbiamo riscontrato molta attenzione e affetto sui social network. Il rally costituisce una piattaforma di marketing importante e siamo convinti che ci garantirà un ritorno molto buono nelle vendite dell’auto di serie. Proprio per questo stiamo cercando di lanciare la HF da 280 cavalli, all’inizio del 2025, in corrispondenza con una gara italiana.
Il rinnovamento della rete di vendita è stato raggiunto? Come è composta, in Italia e all'estero? Gli ordini su internet rappresentano una quota significativa?
La rete italiana in pochi mesi si è completamente ristrutturata. Siamo passati da 230 corner nei saloni della Fiat a 160 showroom dedicati, molto curati, e alcuni allestiti da Cassina, con materiali pregiati. Siamo passati da 600 venditori che dovevano seguire anche le Fiat a 240 specialisti di Lancia, con cui, in questo periodo, ho un dialogo continuo. Del resto, non si tratta solo del lancio di un nuovo modello, ma di un processo di trasformazione del marchio. Una vera sfida. Quanto all’estero, fra Olanda, Belgio e Lussemburgo abbiamo 11 concessionarie, che diventeranno 15 per la fine dell’anno. Nello stesso periodo Francia e Spagna ne avranno 15 e 10 rispettivamente; nel 2025, questi numeri arriveranno a 25 e 20, e debutteremo in Germania. Non riteniamo di aver bisogno di una maggiore capillarità. Gli showroom sono nelle principali città strategiche e avranno il supporto delle vendite online. Già ora il 20% dei contratti arriva da internet e all’estero questa percentuale sarà ancora maggiore. Per questo abbiamo reso più attraente il nostro sito, di modo che la scelta iniziale avvenga lì.
Quanto puntate a realizzare in percentuale con l'estero?
Finora vendevamo solo in Italia. Credo che nel 2025 arriveremo al 20% di vendite all’estero e dal 2026, con la nuova Gamma, raggiungeremo il 50%. Questa progressione è legata alla crescita del numero delle concessionarie in altri Paesi e al fatto che la Gamma, lunga 470 cm, è un tipo di auto che all’estero ha un peso commerciale superiore che in Italia. Anche qui, si tratta di una sfida: nel settore delle vetture medio-grandi i marchi tedeschi sono molto forti e hanno clienti fedeli. Noi puntiamo a generare volumi ragionevoli e a crescere gradualmente; l’accesso al mercato premium sarà un percorso lungo, da raggiungere basandoci sulla qualità del prodotto, del servizio e del punto di vendita.
Com'è il mix di vendita attuale delle Ypsilon per allestimenti e i motori?
Oggi una su quattro è una Cassina, la più lussuosa, e una su dieci è elettrica. Quest’ultimo dato non sembra un granché, ma è il triplo del mercato in Italia. Lo prendo come piccolo segnale positivo, che si somma a quelli in arrivo dall’estero. Il 50% delle auto nuove è elettrificato, il che è un importante passo di transizione, e in alcuni Paesi il 15% di auto a corrente è un valore consolidato. Numeri a parte, di certo il passaggio all’elettrico non si può realizzare all’ultimo momento. L’Europa lo chiede e occorre arrivarci preparati. Ciò detto, rimaniamo flessibili. Nel 2021, alla partenza del piano di sviluppo del marchio, avevo pensato di proporre una gamma al 100% elettrica nel 2028. Ebbene, le cose sono un po’ cambiate. Non devo decidere oggi quando la Ypsilon ibrida uscirà di scena; vedremo quello che succede.
E i clienti? Chi sono?
A due mesi dal lancio, posso dire che si è un po’ ringiovanito il cliente medio: da 55 anni di età è passato a un po’ meno di 50. Inoltre, su dieci persone che sceglievano una Ypsilon, sette erano donne; ora, col nuovo modello, sei sono uomini. Il che va bene, perché eravamo fortissimi in un settore piccolo, mentre il nostro obiettivo è di allargare la platea dei clienti. Prima, il 70% degli acquirenti scendeva da un’altra Lancia Ypsilon, mentre adesso siamo al 45%. Anche questo è un dato logico, dato che non siamo più nella fascia di prezzo del precedente modello; in quel settore operano altri marchi del gruppo, come Fiat e Citroën.
Quali sono i principali motivi di scelta della nuova Ypsilon?
La guidabilità è molto apprezzata. Partivamo da una buona base, la piattaforma usata da altre piccole del gruppo, ma l’allargamento della carreggiata ci ha aiutato a ottenere un’auto ancora più agile e ben piantata a terra, sportiveggiante. C’è poi la tecnologia: i due schermi di oltre 10 pollici hanno un impatto notevole fin dal primo istante, oltre a essere funzionali. E poi, i materiali nell’abitacolo: il supporto Cassina ci ha aiutato e il velluto dei sedili è una bella trovata che richiama il panno Lancia in maniera più moderna.