IL GOVERNO PUNTI SULL’AUTO - “È l’Italia a dover decidere se vuole ancora fare automobili oppure no”. Nel corso del suo intervento al Meeting di Comunione e Liberazione a Rimini, il presidente della casa torinese, John Elkann (a destra nella foto in alto), lancia un avvertimento al governo: “La Fiat continuerà a costruire macchine, resta solo da vedere se ci sono le condizioni perché investa nel nostro paese”. Il rampollo di casa Agnelli ha ricordato che, considerando anche la controllata statunitense Chrysler, dagli stabilimenti del gruppo escono complessivamente qualcosa come quattro milioni di vetture all’anno: “C’è molta voglia di Italia e di prodotti italiani nel mondo”. La questione, per Elkann, ruota sempre attorno a un punto: “Che cosa vuole l’Italia?”.
TARGET INVARIATI - L’amministratore delegato del Lingotto, Sergio Marchionne, presente tra il pubblico, a margine dell’incontro di Rimini si è pronunciato sull’ipotesi al vaglio del governo di aumentare l’Iva: “Qualsiasi incremento delle tasse avrà un impatto sulle auto e sui consumi”, ha detto. Allo stesso tempo, il manager ha confermato gli obiettivi del gruppo: “Non li rivedrò finché non chiuderemo il terzo trimestre”. Riguardo al pessimo andamento delle azioni della Fiat che, a dispetto della boccata d’ossigeno degli ultimi giorni (a metà pomeriggio il titolo guadagnava il 4,25%), in questi mesi hanno abituato gli investitori a perdite consistenti (-38,4% nel semestre), Marchionne ha escluso la possibilità di collocare nuove azioni: “Non abbiamo intenzione di aumentare il capitale dell’azienda”, ha ribadito. “La grande lezione che ho imparato dal mio lavoro e dalla collaborazione con Marchionne è che le tempeste passano”, ha ricordato Elkann.