OBIETTIVO 95 GR/KM - Con la reputazione in ribasso a causa del Dieselgate e con le vetture a gasolio sempre più bandite dai centri storici nei prossimi anni, il destino della tecnologia ideata da Rudolf Diesel sembra sempre più segnato verso un lento declino. Tendenza che costituisce un problema per le case automobilistiche che, salvo rinvii, dovranno contenere le emissioni di CO2 medie della propria flotta a 95 gr/km entro il 2021 pena costose sanzioni. Un obiettivo più difficile da raggiungere escludendo dal computo le auto a gasolio, più efficienti e con rilascio di CO2 del 15-20% inferiore a quello delle equivalenti vetture a benzina. A complicare il raggiungimento dei futuri obiettivi imposti dall’Unione Europea sono la prossima introduzione dei più severi test di omologazione sui consumi che faranno crescere la “sete” di carburante registrata e, di conseguenza, le emissioni di CO2. Inoltre, la scadenza del 2021 appare troppo prossima per una capillare diffusione di modelli elettrici o ibridi plug-in, ancora troppo costosi, che potrebbero facilitare il raggiungimento del traguardo dei 95 g/km. Che fare? La soluzione è nota almeno da alcuni anni e si chiama mild hybrid a 48 Volt.
EMISSIONI IN CALO FINO AL 20% - Il sistema mild hybrid, o ibrido leggero, con tensione a 48 Volt è noto da tempo. La Continental l’ha sviluppato dal 2013 e Bosch (guarda il video qui sotto), Valeo, Delphi e altri produttori di componenti automotive l’hanno inserito in catalogo in tempi più recenti. La tecnologia, inoltre, è già applicata senza troppi clamori pubblicitari su alcune vetture, come sulla Renault Scenic, e può essere facilmente applicata sulle prossime vetture a benzina senza la necessità di complicate, e costose, progettazioni ex novo richieste per le tecnologie elettrica e ibrida “forte”, quella a 300-400 Volt della Toyota. Il sistema, infatti, prevede un circuito elettrico supplementare con minuscole batterie al litio da 48 V collegate a un piccolo motore elettrico (può essere il motorino d’avviamento appositamente sovradimensionato e integrato all’alternatore) collegato a quello termico da una cinghia, o collegato direttamente all’albero motore, e con funzione di recupero di energia in frenata. L’esito è un minore consumo di energia (anche del circuito a 12 V) e il supporto alla trazione con la fornitura di coppia e di una decina di cavalli di potenza sufficiente per rendere meno gravose le ripartenze. Secondo gli esperti, la soluzione consentirebbe di ridurre di oltre il 10% il consumo delle auto a benzina, con punte del 20% in città dove le fasi di accelerazione e frenata sono frequenti. Un calo di carburante al quale corrisponde una riduzione delle emissioni di CO2 che, di fatto, le porta ai livelli delle attuali auto a gasolio.
SONO TUTTI FAVOREVOLI - I vantaggi dell’ibrido leggero a 48 V sono diversi. Il principale è di essere di facile applicazione nelle architetture esistenti e di non costringere i costruttori a costose revisioni degli impianti di produzione. Di rilievo è pure l’aspetto economico. Per gli esperti il costo di produzione di auto a benzina a 48 V sarebbe inferiore di 500-1.000 euro rispetto a quello delle vetture a gasolio, sempre più costose a causa dei sofisticati sistemi per abbattere il rilascio di inquinanti allo scarico. La conferma che la direzione sia quella giusta arriva dalle dichiarazioni di alcuni responsabili delle case auto. Per Karin Thorn, vicepresidente del reparto motori della Volvo, la tecnologia mild hybrid “sostituirà senza problemi il diesel”. Dello stesso avviso è Patrice Lucas, vicepresidente del settore Programmi e Strategie del Gruppo PSA. Nel contempo Mercedes ha già introdotto il sistema sulla Classe S esposta a Francoforte e Volkswagen ha fatto sapere tramite il capo del reparto Ricerca&Sviluppo Frank Welsch che la Golf del 2019 sarà equipaggiata con la soluzione ibrida leggera. Pareri positivi sono arrivati anche da Nissan e Hyundai, al quale si potrebbero aggiungere presto altri costruttori. Un consenso che secondo gli analisti, porterà alla rapida diffusione in Europa delle auto micro ibride: nel 2020 supereranno le vendite delle ibride “pure” ed entro il 2025 rappresenteranno il 55% di tutte le auto consegnate nel Vecchi Continente.