CINA-EUROPA: LA SFIDA SI RINNOVA - A pochi giorni dalla notizia dell'apertura da parte dell’Unione europea di un'indagine anti-dumping sulle importazioni in Europa di modelli elettrici cinesi (qui e qui per saperne di più), si torna a parlare dei rapporti tra Pechino e Bruxelles e del ruolo chiave della Cina nella crescita del settore a scapito del Vecchio Continente.
RISCHIO DIPENDENZA - Un documento redatto dalla presidenza spagnola del Consiglio dell’Unione Europea, e sul quale i leader dell’Ue discuteranno il prossimo 5 ottobre in un incontro a Saragozza sulla sicurezza economica europea, sottolinea in particolare come, nel giro di qualche anno, il rischio è che la dipendenza dell’Europa dalla Cina per quanto riguarda le forniture di batterie agli ioni di litio e di celle a combustibile potrebbe aumentare esponenzialmente.
BATTERIE PER LE RINNOVABILI - Il rischio è il verificarsi di uno scenario addirittura peggiore rispetto a quello del petrolio russo, che nel 2020, prima della guerra in Ucraina, rappresentava più del 36% delle importazioni, e affrancandosi dal quale i paesi europei si sono trovati a dover fare i conti una crisi energetica e con la conseguente inflazione. Se, infatti, nel settore petrolifero esistono altri fornitori, quello delle batterie è quasi tutto in mano alla Cina. E l’Europa avrà sempre più bisogno di accumulatori, non solo per alimentare i motori elettrici delle auto di domani, ma anche per immagazzinare l’energia prodotta dalle fonti rinnovabili, che dovrà essere drasticamente aumentata per raggiungere quella neutralità carbonica che i leader dell'Ue hanno fissato al 2050.
Più fonti rinnovabili, quindi, più richiesta di batterie e di conseguenza maggiore dipendenza dalla Cina. Ma come se ne esce? Rendendosi maggiormente indipendenti nella produzione, non solo delle batterie, ma anche delle loro componenti, dall’estrazione dei minerali alle lavorazioni intermedie necessarie per arrivare a produrre l’accumulatore pronto per essere installato in un’auto o in un sistema di accumulo per pannelli solari.
E SUL FRONTE DELL’IDROGENO? - L’altro punto chiave per la mobilità dei prossimi anni, trattato nel rapporto della presidenza del Consiglio europeo, è l’idrogeno, che verosimilmente verrà impiegato come combustibile per alimentare le fuel cell dei mezzi pensanti e delle macchine movimento terra. In questo caso l’Europa è messa meglio dato che detiene una quota di mercato globale superiore al 50% degli elettrolizzatori, quei dispositivi che servono appunto a produrre l’idrogeno a partire dall’acqua.