INVASIONE DI TEDESCHI - Ma quanti turisti tedeschi vengono in vacanza da noi! Almeno è quello che viene da pensare osservando le tante macchine con targa Germany sulle strade delle nostre grandi città. Poi, a guardare bene, si avverte qualcosa di insolito: a bordo, niente cappellini, asciugamani, borse o ciabattine da mare; sul tetto, nessuna valigia, né tantomeno surf o biciclette.
FACILE METTERE LA "MASCHERINA" ALL'AUTO - La realtà è presto spiegata: a bordo di quelle macchine con targa tedesca, spesso di grossa cilindrata, non ci sono stranieri ma italiani. Italiani furbetti, che dopo l’introduzione del superbollo sulle vetture con più di 185 kW e l’occhio del fisco sempre più puntato sui “ricchi”, sono corsi ai ripari. In pratica, per sfuggire in parte alle italiche tasse, hanno preso in leasing un’auto di “fascia alta” da una società straniera, in genere tedesca (in Germania queste pratiche sono molto snelle). È addirittura possibile vendere la propria vettura a una di queste società che, dopo averla ritargata in Germania, l’affitta a quello che già era il proprietario. Incredibile ma vero, è tutto legale: non si fa altro che giocare sull’assenza d’armonizzazione fiscale tra i paesi dell’Unione europea. E le aziende che fanno da intermediarie, incaricandosi di sbrigare le pratiche, non mancano.
Nelle due foto qui sopra, auto con targa tedesca nel centro di Milano.
PER LE TASSE SI DIVENTA SCONOSCIUTI - I vantaggi del guidare un’auto immatricolata in Germania sono molti. Primo: là non esiste il superbollo e le tasse sono più basse. Secondo: nel libretto di circolazione c’è solo il nome della società tedesca, al contrario di quanto avviene con i leasing italiani, e questo fa in modo che l’auto non figuri nella dichiarazione dei redditi del locatario. Terzo: le multe fatte in Italia con sistemi che fotografano solo la targa (autovelox e tutor) non arrivano, perché in Germania non hanno valore legale.
STUFI DI FARE DA BERSAGLIO - Se una volta a cercare di sfuggire al fisco erano più che altro le aziende, ormai siamo arrivati al punto che ci provano anche i cittadini: è il risultato del fatto che, oggi più che mai, gli automobilisti sono diventati uno dei bersagli preferiti del fisco italiano. Ad aprire il fuoco è stato il decreto 138 del 13 agosto 2011, che ha portato a un aumento medio del 50% dell’Ipt. L’imposta provinciale di trascrizione per le auto con potenza superiore a 53 kW non è più compresa tra 150,81 e 196 euro, ma va ora da 3,51 a 4,56 euro per ogni kW, a seconda delle province. L’Ipt minima per una Fiat 500 1.3 Multijet è così salita di almeno il 62,5%. E i rincari superano il 1000% per le vetture di lusso.
Qui e nella foto sotto, la homepage di due dei tanti siti che propongono vetture in leasing con targa straniera.
SI PAGA MENO ANCHE DI ASSICURAZIONE - Un’altra mazzata sulle macchine più potenti è arrivata a gennaio, con l’introduzione del superbollo: 20 euro di sovrattassa per ogni kW oltre i 185. A questo si aggiungono il ritocco dell’Iva, salita al 21%, e i rincari delle accise sui carburanti. Per non parlare degli aumenti delle Rca italiane, tra le più costose d’Europa: la Federconsumatori stima un’ulteriore crescita del 6% nel 2012, dopo il +18,5% del 2010 e il +12% del 2011. Non stupisce, pertanto, che qualcuno si rifugi dietro una targa tedesca.
IL CLIENTE METTE L'AUTO, LORO TUTTO IL RESTO - Chi vuole trovarsi l’auto da sé, cercandola fra concessionarie italiane, può tranquillamente farlo: la vettura scelta verrà poi venduta dalla stessa concessionaria alla società finanziaria tedesca, esportata, immatricolata e assicurata in Germania; poi, sarà pronta per essere guidata da voi. Nulla vieta che l’auto in questione sia quella che già possedete (ma dev’essere intestata a persona giuridica con partita Iva): l’iter è identico, e continuerete a guidare la vostra vettura, ma senza esserne più proprietari.
CHIESTO UN INTERVENTO DEL GOVERNO - L'Assilea, l'associazione italiana leasing, in occasione di un incontro in Commissione Trasporti della Camera ha sollecitato un intervento del legislatore per porre fine a quelle che considera delle vere e proprie operazioni illecite. Secondo l'associazione, questo sistema “mira ad aggirare le norme fiscali e regolamentari nazionali, dato che il leasing finanziario può essere erogato esclusivamente da banche e da società finanziarie iscritte negli elenchi tenuti da Banca d'Italia”.
Tre aspetti da tenere in considerazione
✔ Pur essendo evidente che si tratta di un espediente per pagare meno tasse e sfuggire ai controlli del fisco e delle telecamere, va precisato che prendere in leasing un’auto con targa tedesca non è illegale: ci si limita a sfruttare uno dei molti “vuoti” normativi presenti nella Ue.
✔ L’aspetto forse più controverso del leasing tedesco riguarda l’anonimato fiscale. Le società di noleggio italiane sono infatti obbligate per legge a comunicare all’Anagrafe tributaria i dati dei propri clienti, con le ripercussioni a livello di “redditometro” che tutti possiamo immaginare.
✔ Se una pattuglia delle forze dell’ordine, per un controllo di routine, dovesse fermare un macchinone con targa tedesca e scoprire che la guida un italiano, potrebbe non metterci molto a sentire puzza di bruciato e segnalare i dati anagrafici del “sospetto” all’autorità fiscale.