ALTRO CHE AUMENTO DEL LIMITE - Già ora - in teoria - sarebbe possibile viaggiare a 150 km/h in autostrada. Basterebbe che un gestore autostradale recepisse la norma prevista nell’articolo 142 del Codice della Strada e cambiasse il limite nei tratti adeguati. Il ministro dei Trasporti Salvini, non più di qualche settimana fa, spingeva per alzarlo in modo piuttosto definitivo. Tuttavia nuovi limiti si affacciano per gli automobilisti italiani: ma con ogni probabilità non saranno al rialzo ma al ribasso. Nei giorni scorsi il governo ha infatti approvato un decreto-legge che modifica il Codice della Strada permettendo di ridurre la velocità massima in autostrada e sulle strade extraurbane principali per motivi ambientali.
ANTI-INQUINAMENTO - La misura consente agli enti locali (Regioni o Province autonome) di adottare misure a contrasto dell’inquinamento elevato. Le modifiche al limite di velocità riguardano unicamente i tratti stradali che attraversano i centri abitati o quelli che si trovano vicino a essi. La riduzione del limite massimo può anche essere permanente, quindi applicabile non solo nel momento in cui l’inquinamento supera una certa soglia.
ZTL A TEMPO - Il governo ha anche introdotto provvedimenti che puntano ad alleviare la congestione all’interno dei centri urbani con la possibilità di istituire zone a traffico limitato a tempo. Queste ZTL permetteranno l’ingresso agli autorizzati, che però potranno stare all’interno della zona per un periodo di tempo limitato, che può anche variare in base all’impatto ambientale del veicolo: quelli con emissioni più limitate potrebbero avere maggiori facilitazioni, mentre quelli più inquinanti potrebbero vedersi ridotto il tempo utile di permanenza all’interno del centro abitato.
SALVA-MULTE - Le decisioni arrivano all’interno del provvedimento comunemente noto come “salva-infrazioni”. Nel decreto-legge si trovano infatti le disposizioni utili per scongiurare multe da parte dell’Unione Europea. In particolare, in questo caso preoccupava la procedura di infrazione relativa al superamento dei valori limite di PM10: senza un provvedimento del governo con lo scopo di diminuire questo tipo di emissioni, la Commissione Europea avrebbe nuovamente deferito il nostro paese alla Corte di Giustizia, che ci avrebbe condannato al pagamento di sanzioni pecuniarie.