DOPO IL LED SARÀ IL LASER - È storia recente quella dei led: da qualche anno, svariate case li usano per i fanali posteriori, e qualcuna (l’Audi, per la R8, e la Lexus, per le RX 450h e LS 600h) anche per i fari anteriori. Ma c’è chi è già oltre, con i primi esperimenti di luci al laser. Lo scopo è il solito (ridurre i consumi) e le prospettive sembrano incoraggianti: a parità di potenza luminosa, il laser assorbe il 40% in meno di energia elettrica rispetto ai già economi led. Non solo. Offre una luce più brillante con proiettori più piccoli, col risultato che i designer possono dare libero sfogo alla propria creatività. La BMW i8 (foto sopra), prototipo di una sportiva elettrica, è la prima a utilizzare il laser per i fari. All’Audi pensano di sfruttarlo per i retronebbia, come si è visto all’ultimo Salone di Francoforte con la A2 Concept.
Tre raggi laser di colore blu, generati da altrettanti diodi, vengono riflessi da minuscoli specchi verso il nucleo fluorescente: è lui a emettere il fascio di luce che illumina la strada.
CONSUMANO MENO - La BMW sta puntando sul laser per illuminare meglio la strada, e assorbire meno potenza elettrica (a favore dei consumi complessivi della vettura). Non a caso, i fari al laser sono stati scelti per un’auto a batteria, la i8 (dovrebbe arrivare nel 2014): riducendo i consumi, fanno aumentare l’autonomia, che per adesso è il vero “tallone d’Achille” delle elettriche. non “spareranno” il laser negli occhi Questi moderni proiettori non emettono direttamente i raggi laser (potrebbero provocare danni agli occhi di pedoni e altri utenti della strada), ma li utilizzano per colpire da più direzioni un materiale fluorescente: è quest’ultimo a generare una potente luce bianca, cento volte più intensa di quella emessa dai led.
Preziosa la caratteristica dei retronebbia al laser (qui il test con un’Audi TT): il raggio è invisibile fino a quando colpisce nebbia od oggetti. E chi segue viene illuminato solo se si avvicina troppo.
PER “BUCARE” LA NEBBIA - Mentre la BMW lavora sui fari al laser, un’altra casa tedesca, l’Audi, punta a sfruttarli per i retronebbia. Tra le proprietà dei raggi laser, infatti, c’è quella di mantenere costante la larghezza del fascio, e di non creare quell’effetto di luce diffusa che in caso di nebbia disturba gli altri conducenti. Il laser “buca” la coltre nebbiosa ed è visibile da chi segue, ma non dà fastidio. cinque laser che sanno farsi notare Altro vantaggio: in assenza di nebbia il raggio laser risulta invisibile (e quindi non disturba), perché viene riconosciuto dall’occhio umano solo quando colpisce un oggetto (goccioline di nebbia incluse). Lo possiamo constatare anche con i comuni puntatori al laser, usati, per esempio, dai docenti nelle loro lezioni per indicare con precisione un punto della lavagna. Nel caso dell’Audi, i raggi emessi dal retronebbia sono cinque.