HANNO ASPETTATO PIÙ DI UN ANNO - La convention dei concessionari Chrysler tenutasi ieri in Florida, a Orlando, ha registrato un’affluenza record: 2400 presenze, con 1700 rivenditori provenienti dagli Stati Uniti (il 75% del totale) e altri 700 dal resto del mondo. L’evento era atteso con fibrillazione, perché per la prima volta questi imprenditori avrebbero potuto incontrare l’amministratore delegato Sergio Marchionne, dopo un’attesa durata oltre un anno. Tanto, infatti, è il tempo passato dal “matrimonio” con la Fiat (e dal salvataggio dalla bancarotta) della casa statunitense. Ma era tutto in preventivo: il manager italo-canadese aveva detto a chiare lettere che questo meeting si sarebbe tenuto solo quando ci fosse stato qualcosa di importante da dire, in termini di prospettive future e di gamma. E così è stato.
Sergio Marchionne, amministratore delegato dei gruppi Fiat e Chrysler.
LA CREATIVITÀ NON BASTA - Nel suo discorso, Marchionne ha cercato di infondere fiducia e stimolare l’orgoglio di marca, assicurando che “il nostro management è impegnato a riportare la Chrysler ai fasti di un tempo, attraverso una linea di prodotti che non sarà seconda a quella di nessun altro costruttore”. Ma ha anche precisato che “la creatività delle campagne pubblicitarie e la bellezza delle vetture non basterà a raggiungere i nostri ambiziosi livelli di vendita, senza la vostra leadership”: in sostanza, per balzare dagli 1,2 milioni di auto previste nel 2010 agli 1,6 che sono l’obiettivo per il 2011, i rivenditori devono fare la loro parte. Il come lo ha spiegato Pietro Gorlier, responsabile della Mopar, la società che distribuisce i ricambi e gli accessori per il gruppo Chrysler: più concessionarie devono rimanere aperte anche il sabato. Ora lo fa solo il 68%, contro l’85% di Ford, il 90% di General Motors e il 95% di Toyota; l’obiettivo, per la fine del 2011, è di arrivare all’80%. A quanto pare, infatti, il primo giorno del weekend è “d’oro” sia per le vendite sia per la manutenzione, e restare chiusi è un autogol.
La Fiat 500 Sport, in versione americana.
SEDICI NOVITÀ PRONTE PER LA VENDITA - Nel frattempo, per ingolosire i concessionari, a Orlando erano presenti i primi frutti del lavoro dei progettisti: 16 modelli nuovi o aggiornati che, con i marchi Chrysler, Jeep, Dodge, Ram e Fiat (che ritorna negli Usa dopo un’assenza quasi trentennale) rappresentano le armi per attirare i potenziali clienti. La novità più importante è la berlina media Chrysler 200, derivata dall’attuale Sebring, che arriverà nei saloni entro la fine 2010 (ne parliamo qui). La più sfiziosa è invece la Fiat 500 (la vedi qui) che sarà venduta da 165 concessionari Chrysler nei centri urbani più grossi del Nord America. I 50.000 pezzi annui previsti da Marchionne non sono pochi, ma neppure un obiettivo impossibile se si tiene conto che nel 2009 negli Usa si sono vendute circa 45.000 Mini, la rivale per eccellenza della piccola italiana. E quest’ultima ha il vantaggio della novità, cosa non da poco per vetture così legate al fenomeno “moda”. Tra gli altri modelli presenti a Orlando, citiamo anche la Chrysler 300C e la Jeep Wrangler aggiornate, e quattro Dodge: sono nuove la grossa crossover Durango, basata sulla scocca della Jeep Grand Cherokee, e la berlinona sportiva Dodge Charger, mentre per la berlina Avenger e il minivan Grand Caravan si tratta di restyling.