SETTECENTOSETTE - Scriverlo in lettere, forse, aiuta a rendere meglio la cifra dell’impresa. Il numero è entrato nel Guinness dei primati, e quindi nella storia: mai si erano radunate così tante Mazda MX-5 in un autodromo, riuscendo a inanellare tutte insieme un giro completo senza mai fermarsi. Ieri, domenica 18 settembre 2022, lungo i due chilometri d’asfalto dell’autodromo di Modena il raduno italiano dedicato alla mitica roadster giapponese ha spazzato via, con un non indifferente scarto di 24 vetture, il record precedente, risalente al 2013, quando in Olanda si radunarono 683 “Miata”.
LA SPIDER DEI RECORD - Non è stato affatto semplice, per gli equipaggi, giunti da tutta Italia e dall’estero, contribuire all’impresa. E possiamo dirlo per esperienza diretta, perché in pista a Modena, pronti a dare del nostro meglio per ritoccare il record, c’eravamo anche noi di alVolante, a bordo di una rossa e pimpante NA proveniente da Miataland - che, giusto per rimanere in tema di primati, con 49 esemplari è la collezione di Mazda MX-5 più grande al mondo. Sotto i raggi di un caldissimo sole di fine estate, la sfilata si è svolta praticamente a passo d’uomo, con le vetture disposte su quattro file e letteralmente a una manciata di centimetri una dall’altra: unica possibilità affinché il serpentone di 707 vetture riuscisse a completare almeno una tornata del tortuoso circuito modenese senza bloccarsi (condizione, quest’ultima, necessaria per poter validare il record).
PIÙ CHE UN’AUTO, UN MODO DI VIVERE - Il raduno dei record, come è stato giustamente battezzato dalla filiale italiana della Mazda e come verrà ricordato negli anni futuri (non solo) dai fan della Mazda MX-5, è il premio più bello a una passione così grande e profonda da risultare un unicum nel mondo dei motori. Perché ci si può sforzare quanto si vuole, pensarci a lungo e bene, ma proprio non viene in mente un’auto che, negli ultimi trent’anni, sia stata altrettanto capace di creare un’unica grande famiglia di appassionati, di metterne insieme le storie, che provengono da tutto il mondo e come denominatore comune hanno proprio l’amore viscerale per questa piccola roadster che al sapore verace delle sportive inglesi anni ’60 unisce un’affidabilità (anch’essa da record) sconosciuta alle vecchie spider d’oltremanica. Merito di una cultura ingegneristica che non ha eguali al mondo, centrata su un’attenzione maniacale al guidatore, al pilota. Jinba-ittai, dicono i giapponesi: è il motto-filosofia di progettazione della Mazda, che paragona il rapporto tra l’automobilista e la sua automobile a quello che lega il cavaliere al suo cavallo.
IL SALUTO DI “PAPÀ” YAMAMOTO - Con la Mazda MX-5 si entra in una dimensione di guida oggi semi-dimenticata, seduti a un niente da terra, con la cortissima leva del cambio sempre nella mano destra per giocare con i giri del motore. Un po’ romanticamente, per Roberto Pietrantonio, numero uno di Mazda Motor Italia, quella per ottenere il massimo piacere di guida da parte degli ingegneri è una “magnifica ossessione”. Eppure il volto sorridente e gentile di Nobuhiro Yamamoto (secondo da sinistra nella foto qui sopra, ospite d’onore per il raduno dei record e vero idolo dei “miatisti”, essendo della loro beniamina uno dei creatori, nonché l’ambasciatore nel mondo - non è neanche lontanamente di una persona ossessionata nel più puro senso letterale del termine. Parla piuttosto svelto e quasi solo in giapponese, Yamamoto, con una calma serafica che è forse l’aspetto più evidente del suo modo di fare e di porsi con chi s’avvicina emozionato per una foto ricordo, una stretta di mano, un autografo su un modellino o una maglietta. “Sono davvero felice e grato, perché questa macchina ha reso felici moltissime persone e continua a farlo - ha detto di fronte a una nutrita platea di fan e appassionati -. È una grande passione che ci lega e ci unisce. La MX-5 è prodotta dalla Mazda, ma è fatta da tutti voi”.