TOCCA ALL'EPA - Le basi per la seconda affermazione consecutiva ci sono: l'analisi preliminare dell'Environmental Protection Agency (
EPA, agenzia del Governo federale statuinitense preposta alla protezione dell'ambiente e della salute) sui
consumi vede in prima posizione la nipponica
Mazda. L'agenzia federale ogni anno stila una classifica (
qui sotto) con i consumi da essa rilevati utilizzando metodologie di test più attinenti alla realtà rispetto a quelle utilizzate in sede europea. Il risultato è, in buona sostanza, che i dati dichiarati dai costruttori sono poi sono decisamente più realistici.
PRIME QUATTRO JAP - Analisi preliminare, si è detto: sufficientemente indicativa, però, per stabilire graduatorie, pur se non assolute. Per ogni costruttore, viene analizzata la gamma in commercio e calcolata la media delle emissioni di CO2 (proporzionali ai consumi). I primi quattro posti sono appannaggio di quattro case giapponesi: Mazda, Honda, Subaru e Nissan. Tutte hanno migliorato la prestazione del 2013, espressa in miglia per gallone (consumo) e grammi di CO2 per miglio. Calcolatrice alla mano, e a titolo indicativo, la gamma Mazda percorre mediamente 12,25 km/litro, emettendo 193 g/km di CO2.
PRIMA È LA MAZDA - Va sottolineato come la gamma Mazda commercializzata negli Stati Uniti non preveda modelli ibridi: un modo per sottolinearne doverosamente la prestazione. Il primo marchio europeo è Volkswagen, quinto e subito davanti a Toyota e BMW, appaiate in sesta posizione. Va da sé che i marchi “premium” siano, in questo frangente, i più penalizzati, perché tendono a commercializzare auto con cubatura elevata; eppure, Daimler (ovvero Mercedes) si attesta in nona posizione, con 393 g/miglio di CO2 (246 g/km) e una percorrenza di 9,4 km/litro.
ULTIMA FCA - Male, infine, i marchi statunitensi - per i quali, a maggior ragione, vale la “zavorra” in quest'ottica delle cilindrate elevate: la Ford è ottava, ma con un netto miglioramento rispetto al 2013 (da 400 g/miglio a 380 di CO2) e la General Motors. Fanalino di coda è Fiat Chrysler: la gamma ha emissioni medie di 420 g/miglio (263 g/km) e consumi di 21,1 miglia per gallone (equivalenti a 8,9 km/litro). La presenza della Fiat è limitata alla 500 e 500L: la citycar e la quattro porte non riescono a salvare dalla maglia nera, ma almeno mediano al ribasso i consumi di quella parte di famiglia targata Chrysler.