LARGA PARTECIPAZIONE - Nove ore di scrutinio, ma alla fine vincono i sì. I lavoratori Fiat di Mirafiori (nella foto una vista dall'alto), dopo aver partecipato in maniera massiccia al referendum sul futuro del loro stabilimento, si sono espressi a favore dell’intesa siglata dalle principali organizzazioni sindacali, Fiom esclusa, con la casa torinese. I sì, però, non hanno stravinto: l’accordo è passato con il 54% dei voti. A votare sì sono stati in 2735, su 5119 lavoratori (pari al 94,2% degli aventi diritto); 2325 i no (46%); 59 le schede nulle o bianche.
REAZIONI A CALDO - Dopo un testa a testa durato ore, il sì ha prevalso, per soli nove voti tra gli operai; mentre quasi tutti i 449 impiegati di Mirafiori si sono espressi a favore dell’accordo. Secondo il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi, “L'esito del referendum apre un'evoluzione nelle relazioni industriali, soprattutto nelle grandi fabbriche, che dovrebbe consentire un migliore uso degli impianti e una effettiva crescita dei salari”. Per Giovanni Centrella, segretario generale dell'Ugl, “La maturità e il senso di responsabilità dei lavoratori di Mirafiori hanno salvato decine di migliaia di posti di lavoro e faranno partire finalmente Fabbrica Italia”. “Gli operai delle linee di montaggio hanno detto di no”, è stata la dichiarazione di Giorgio Airaudo, responsabile del settore auto della Fiom. “Sono stati decisivi gli impiegati che a Mirafiori sono in gran parte capi e struttura gerarchica”.