NON SOLO LE MINICAR - Come sollecitato dallo stesso dicastero, la Mitsubishi Motors ha presentato oggi al Ministero dei Trasporti giapponese una relazione con la quale traccia il quadro della situazione relativa alla vicenda delle dichiarazioni false fornite in passato a proposito dei consumi registrati dai modelli di sua fabbricazione. Di quanto scritto nel documento consegnato al ministero, la stessa Mitsubishi ha diffuso un riassunto. Il dato principale che emerge da quanto scritto dalla casa giapponese è che a essere stati “taroccati” non sono stati solo i consumi dei modelli che aveva indicato in precedenza (vetture della categoria “kei” che beneficia di agevolazioni in funzione delle piccole dimensioni e della piccola cilindrata). Secondo quanto scritto nel comunicato Mitsubishi i dati “gonfiati” riguardano altri 9 modelli attualmente venduti in Giappone e alcuni altri ormai non più in vendita. Oltre a ciò il comunicato accenna anche alla possibilità che altri suoi modelli siano interessati dallo stesso problema. In particolare il documento della Mitsubishi cita il modello RVR.
PER VENDERE DI PIÙ - Secondo quanto riportato nel comunicato della Mitsubishi, i consumi dichiarati dei modelli Mitsubishi eK Wagon e Nissan Dayz (costruiti dalla Mitsubishi) sono stati “migliorati” a partire dal 2014 e per ben cinque volte, passando da un valore di 26,4 km/litro a 29,2 km/l. Alla base di questo comportamento ci fu la volontà di dare ai modelli in questione maggior fascino, nella convinzione che i consumi bassi rappresentano - riporta il documento della Mitsubishi - “il fattore che darebbe il maggior appeal commerciale al prodotto”. Per questa ragione gli addetti tecnici allo sviluppo pensarono di soddisfare in qualsiasi modo, appunto anche barando, le richieste provenienti dal management della casa a proposito dei consumi; richieste che furono percepite come ultimative e senza possibilità di non essere soddisfatte. Proprio per questo il top management ha ora preso la decisione di rivedere tutto il modo di lavorare, affinché tali situazioni e tali decisioni non si verifichino più. La Mitsubishi ha poi confermato che il 25 aprile ha nominato una commissione d’inchiesta composta da esperti esterni alla casa automobilistica per cercare di ricostruire quanto successo. Quando la commissione avrà ultimato il suo lavoro, verranno prese decisioni conseguenti che saranno rese note con un secondo report sulla vicenda.
CHIARIMENTO ITALIANO - Poco dopo la diffusione della nota della Mitsubishi Motors Corporation, la Mitsubishi Motors Italia ha anch’essa distribuito un comunicato con il quale riferisce del documento giapponese. Il comunicato italiano afferma che il documento della casa madre testimonia che tutta la vicenda riguarda solo le auto vendute in Giappone, ovviamente omologate secondo le procedure vigenti in quel paese, e che ciò significherebbe che le auto arrivate in Europa sono in regola. In particolare il documento afferma che l’aver detto che le auto irregolari erano e sono destinate al mercato giapponese è conferma “che le metodologie di test ed i dati riportati per le vetture dotate di certificazione Europea sono in accordo con i test di omologazione europei, che seguono differenti normative”.