DAL PREDELLINO A MARCHIONNE - Volente o nolente, molti momenti della vita pubblica di Silvio Berlusconi, morto questa mattina all’età di 86 anni, si sono legati in qualche modo alle automobili e al mondo che gira intorno all’industria automobilistica. A partire, per esempio, dal famoso “discorso del predellino”, pronunciato in piedi su un’automobile, in cui l’allora leader di Forza Italia annunciava la nascita di un nuovo partito di centrodestra, poi denominato Popolo della Libertà. Ma anche l’amicizia con Sergio Marchionne (insieme nella foto sopra), che avrebbe voluto con lui al governo, e la rivalità calcistica e nello stile con l’avvocato Gianni Agnelli.
L’AUDI DELLA DISCORDIA - Diversamente da molti altri personaggi con un patrimonio ampio quanto il suo, Berlusconi non è mai stato un collezionista di automobili. La sua “compagna” più fedele è stata probabilmente l’Audi A8, adottata in modelli di varie generazioni con blindature sui finestrini e sulle portiere, e che gli è valsa anche qualche critica, per la scelta dell’allora Presidente del Consiglio italiano di un’auto tedesca invece che italiana, come la Maserati Quattroporte in dotazione al Presidente della Repubblica. Nel 2009, la A8 era presente in uno dei momenti più drammatici della sua carriera politica: Berlusconi con il volto tumefatto seduto sul sedile posteriore prima di recarsi in ospedale, dopo essere stato colpito da una statuetta del Duomo di Milano lanciata da un uomo con problemi psichici,.
PATENTE A PUNTI E SUPERBOLLO - Delle sue auto da “privato cittadino” si sa invece poco. Da imprenditore, prima della discesa in campo, possedeva una Range Rover acquistata nel 1988. Ma è più per le decisioni politiche dei suoi governi riguardanti il settore dell’auto che Berlusconi ha influito maggiormente su questo mondo. In primis con la patente a punti, sistema introdotto dal governo Berlusconi ed entrato in vigore il 30 giugno del 2003 che a distanza di 20 anni ha dimostrato la sua efficacia e nessuno ha mai messo in discussione. Altre iniziative sono state decisamente più criticate. Praticamente ad ogni tornata elettorale Berlusconi prometteva l’abolizione del bollo auto, senza mai trovare poi i fondi o la volontà politica per mantenere il proposito. Al contrario, sebbene molti riconducano il superbollo al governo Monti, in pochi ricordano che fu proprio il governo presieduto da Silvio Berlusconi nel 2011 a introdurre l’idea di una tassa più elevata per le auto sopra una certa potenza. Inizialmente avrebbe dovuto riguardare le auto con potenza superiore a 225 kW (306 CV), poi il governo cadde e il nuovo esecutivo guidato a Monti abbassò la soglia ai 185 kW (251 CV) che tutt’ora è in vigore.