QUASI UN OMAGGIO AGLI USA - “Gli Usa sono e resteranno un mercato fondamentale per il Gruppo Volkswagen” con queste parole l'amministratore delegato (CEO) del gruppo
Volkswagen Matthias
Müller (nelle foto) ha voluto sbarazzare il campo da ogni ipotesi di ritirata della casa tedesca dal ricco scenario nordamericano. Ovviamente in conseguenza dello scandalo
Dieselgate. Lo ha fatto nella conferenza stampa tenuta alla vigilia dell’apertura del salone di Detroit, all’inizio della sua missione americana, in cui il top manager tedesco spenderà tutto il suo peso per creare le condizioni di una ripresa dell’immagine presso le autorità, il pubblico, la clientela statunitense.
TANTE SCUSE - Non per nulla Müller non ha mancato di partire dalla reiterazione delle scuse per quanto accaduto. “Sappiamo di aver profondamente deluso i nostri clienti, gli organi governativi competenti e il pubblico. Mi scuso per ciò che è successo in Volkswagen” ha affermato Müller. Per poi chiarire che non si tratta delle scuse di chi lascia il campo nell’ignominia, ma come del necessario presupposto per la ripartenza. E a testimonianza di quanto gli Usa siano importanti per la Volkswagen, Müller ha confermato tutti i programmi preesistenti, a partire dal potenziamento della sede di Chattanooga, nel Tennesee per un investimento totale di 900 milioni di dollari che vanno ad aggiungersi al miliardo già speso. Un programma che darà luogo alla produzione del nuovo modello suv per il mercato Usa, da cui deriveranno circa duemila nuovi posti di lavoro.
AGENDA “CALDA” - Ma evidentemente l’operazione ripartenza/rilancio per la Volkswagen non è solo un fatto di maquillage e neanche di sola diplomazia, in cui conta dimostrare la considerazione per l’interlocutore. La conferma viene dalla stessa agenda del CEO del gruppo durante il suo viaggio americano. Dopo la presenza al salone di Detroit, Müller mercoledì 13 gennaio incontrerà Gina McCarthy, capo dell’EPA (Environmental Protection Agency) per cercare di mettere a punto il richiamo necessario per risolvere il problema delle 580 mila vetture vendute negli Usa nonostante le emissioni non regolari.
SOLUZIONE CERCASI - L’incontro è importante perché se è vero che nella conferenza stampa di Detroit Müller (come hanno fatto finora tutti i rappresentanti della Volkswagen) ha affermato che il gruppo sta collaborando con l’EPA per trovare una soluzione, Gina McCarthy pochi giorni fa aveva dichiarato che nonostante i tanti incontri avuti e le numerose ipotesi avanzate dal costruttore tedesco, non c’era ancora stata una proposta soddisfacente. Non solo, sempre nei giorni scorsi è stata mossa alla Volkswagen l’accusa di aver rifiutato di fornire delle informazioni richieste dagli inquirenti americani che stanno indagando sulla vicenda Dieselgate. Il diniego sarebbe stato motivato con un espresso divieto della normativa tedesca sulla privacy, ma la spiegazione è stata riportata con non poco scetticismo.
APPUNTAMENTI “CALDI” - Il viaggio di Müller negli Stati Uniti prevede anche l’incontro con i vertici del CARB (California Air Resources Board) cioè l’equivalente dell’EPA a livello californiano. E a proposito del CARB, proprio nei giorni della presenza di Müller in America (giovedì 14 gennaio) scadrà il termine che l’autorità ambientalista della California aveva dato alla Volkswagen per presentare gli interventi da prendere per rimuovere il problema del software che cambia la regolazione del motore modificando pesantemente le emissioni quando il propulsore è fuori dal ciclo di omologazione. Al momento, gli interventi da compiere nel richiamo necessario non sono stati ancora individuati e Müller ha detto che stanno lavorando per trovare un accordo e che le soluzioni saranno presentate non appena verranno approvate dalle autorità.
NORDAMERICA, NON SOLO USA - Vicenda Dieselgate a parte, il CEO del gruppo Volkswagen ha anche fatto una panoramica dei programmi in corso di sviluppo nel continente nordamericano e che interessano il mercato statunitense. Uno dei primi appuntamenti è l’avvio della produzione della Audi Q5 nell’impianto di San José in Messico, nella prossima primavera. Per quel che riguarda la Porsche, è da poco entrato in attività l nuovo centro Customer Experience in Georgia, costato un centinaio di milioni di dollari. Più avanti nel tempo (nel 2017) ci sarà poi la nuova Volkswagen Tiguan a passo lungo prodotta in Messico, nella fabbrica di Puebla.
20 MODELLI LETTRICI E IBRIDI - Nell’incontro con la stampa a Detroit, Müller non ha mancato di ricordare i piani del gruppo nel settore delle nuove sfide dell’automobile, a partire dalla trazione elettrica e dall’ibrido. Entro il 2020 saranno infatti 20 i nuovi modelli di questo tipo presentati dal gruppo.