RIDURRE I TEMPI DI “RIFORNIMENTO” - Le auto elettriche iniziano ad avere autonomie in linea con le esigenze di spostamento degli automobilisti. Un incremento di percorrenza ottenuto con una maggiore efficienza dei sistemi elettrici e, soprattutto, con l’aumento della capacità delle batterie. Una soluzione che aggrava l’altro limite imputato alle vetture a batterie: i lunghi tempi di ricarica. Oggi, a seconda dei modelli, i sistemi più veloci sono in grado di fare un rabbocco consistente di energia in circa 20 minuti contro i pochi minuti necessari per un “pieno” di una vettura tradizionale. Ad aggravare la situazione potrebbe essere la diffusione delle auto elettriche che porterebbe a un possibile allungamento dei tempi di “rifornimento” a causa delle code generate dall’attesa per avere una “presa” libera. Aspettando l’arrivo di erogatori più potenti, la soluzione più immediata per ridurre le soste per la ricarica sarebbe la sostituzione delle batterie in grado di ripristinare l’autonomia in pochi minuti (guarda il video qui sotto). Un’idea non nuova al quale sta lavorando pure la Nio, il produttore di auto elettriche cinese, che ha inaugurato la sua prima Power Swap Station presso il Nanshan Science and Technology Park di Shenzhen, città della Cina meridionale.
TRE MINUTI PER UN “PIENO” - La Nio è debuttata da poco sul mercato cinese con la prima auto elettrica, il suv Nio ES8 accreditato di un’autonomia di 355 km grazie agli accumulatori con capacità di 70 kWh che, però, richiedono lunghi tempi per il “pieno”. Per ridurli i tecnici della Nio puntano, appunto, sul sistema di sostituzione appena inaugurato e che ricorda quello pensato dai tecnici della Tesla già nel 2013 (qui per saperne di più). Il cambio delle batterie, infatti, avverrebbe con un meccanismo che preleva i “pacchi” scarichi dal sottoscocca della vettura e ne fissa altri carichi in un tempo intorno ai 3 minuti. Nei piani del colosso asiatico ci sarebbe la realizzazione di una rete nella Repubblica Popolare Cinese di 1.100 stazioni per il cambio batterie entro il 2020. Un obiettivo apprezzato dal mercato come dimostrerebbe il miliardo di dollari raccolto a livello finanziario nelle ultime quotazioni in borsa.
IL FALLIMENTO DI BETTER PLACE - Se l’idea della Nio è buona nella teoria, nella pratica ha diversi limiti, tanto che pure Tesla sembra, almeno per il momento, avere abbandonato il progetto. Più cupo è il precedente tentativo di realizzare una simile rete, quello della Better Place. La società fondata dall'israeliano Shai Agassi inaugurò la prima stazione di sostituzione delle batterie accumulatori nel 2011 per poi dichiarare fallimento appena due anni dopo. Un crollo decretato principalmente da due grandi ostacoli. Il primo è l’elevato costo per la realizzazione delle infrastrutture e della relativa rete, sostenibile soltanto con sussidi pubblici e con un ampio parco auto circolante. Il secondo è che per avere quest’ultimo sarebbe necessario standardizzare dimensioni e tecnologia degli accumulatori tra tutti i costruttori, obiettivo che al momento appare improbabile.