MOMENTO NO - Le cose sono andate di male in peggio dal novembre 2018 quando fu arrestato l’allora numero uno della casa di Yokohama, Callos Ghosn. Problemi di organizzazione interna, in una struttura prima accentrata su un unico leader, e una gamma non freschissima hanno portato a vendite e risultati economici sempre più negativi. Per questo il 28 maggio la Nissan annuncerà un piano di ristrutturazione che ha il compito di rilanciare il costruttore di cui il Gruppo Renault è il primo azionista. Di questo piano sono già trapelate nei giorni scorsi alcune indiscrezioni che riguardavano l’Europa (qui per saperne di più) e, ora, l’agenzia Bloomberg ne ha di nuove.
TAGLI E CHIUSURE - Stando alle anticipazioni, la casa giapponese punta a tagliare i costi per 2,6 miliardi di euro l’anno. Per riuscirsi, oltre alla drastica riduzione delle spese in marketing e ricerca, la Nissan potrebbe chiudere una delle 14 fabbriche: si fa l'ipotesi di quella di Barcellona. L’obiettivo è far crescere l’efficienza in quelli rimanenti: la Nissan cercherà di utilizzarli all’80% delle rispettive capacità, contro il 65% raggiunto nell’anno fiscale chiusosi il 31 marzo 2020. Dopo la chiusura della fabbrica, la Nissan sarà in grado di produrre annualmente fino a 5,4 milioni di auto (erano 7,2 milioni nell’anno fiscale conclusosi il 31 marzo 2018). La casa giapponese, inoltre, avrebbe in programma di cessare l’attività del marchio Datsun, fortemente voluto qualche anno fa dall'ex presidente Ghosn, per realizzare auto specifiche per i mercati in via di sviluppo.