UN’AUTOMOBILE CONTRO 10 - The Urban Mobility Council, un nome che è tutto un programma per un evento milanese che ha, fra le altre cose, presentato dati importanti e anche, a loro modo, sconcertanti. Il Politecnico di Milano ha infatti presentato un’interessante ricerca condotta per conto del The Urban Mobility Council, un Think Thank promosso dal Gruppo Unipol - con il Patrocinio del Ministero della Transizione Ecologica e della Commissione europea - per coordinare Istituzioni, Università e Aziende nel nome della mobilità del futuro. La ricerca si è focalizzata principalmente sulla MAAS, Mobility As A Service, e sull’elettrificazione. La mobilità come servizio è un’evoluzione quasi obbligata per razionalizzare il modo con il quale ci spostiamo. L’Italia ha infatti un numero enorme di automobili private (quasi 40 milioni) usate però mediamente molto poco dato che la percorrenza media è di circa 7.000 km/anno. In base ai dati raccolti il 20% delle auto private nelle aree urbane potrebbe essere facilmente sostituito da auto condivise a guida semi-autonoma, con un rapporto di sostituzione di circa 1:10: uno di questi robo-taxi potrebbe quindi fare il lavoro di 10 automobili attuali, percorrendo circa 50.000 km l’anno.
L’ESEMPIO DI PADOVA - Questi numeri vengono dai dati raccolti in forma anonima da scatole nere installate su un campione rappresentativo di automobili. Sergio Savaresi, professore di automazione nei veicoli del Politecnico di Milano, ha rimarcato come il car sharing sia ancora poco remunerativo perché “le automobili sono lì dove non servono e quindi questo servizio ha grandi limitazioni nella sua funzionalità”. Il vero punto di svolta sarà la guida autonoma, che riporterà le automobili là dove servono. Questa rivoluzione renderà il servizio sostenibile anche nei centri urbani medi come Padova, che ha 210.000 abitanti e 120.000 auto private. Le simulazioni parlano chiaro: 4.300 veicoli autonomi di Livello 4 riuscirebbero a sostituire 34.000 auto private pari a circa il 30% del parco attuale. Queste 34.000 automobili sono quelle che fanno spostamenti dentro alla città il 90% delle volte: le loro ‘sostitute’ percorrerebbero 44.000 km l’anno e garantirebbero un tempo di attesa medio di 2 minuti e 40 secondi.
L’ANSIA DA AUTONOMIA O IL SUO CONTRARIO? - Strettamente legato a questo tema è la diffusione dell’auto elettrica, che sarà l’ideale per le flotte di condivisione anche perché piuttosto longeva. La durata delle batterie, a oggi il componente di gran lunga più costoso, è stata stimata da Savaresi in circa 400.000 chilometri. Questo dato, confrontato con la scarsa percorrenza media delle auto private, porta un esaurimento delle batterie dopo decine e decine di anni, al di là della vita utile del veicolo, quindi. In altre parole, al di là del costo ancora alto, “oggi le auto elettriche sono poco adatte all’uso privato visto che sono mediamente ferme il 95% del tempo. Le elettriche invece ‘devono’ viaggiare: attualmente più del 50% di queste auto non fanno mai 300 chilometri al giorno, che è l’autonomia media WLTP delle auto a batteria disponibili in Italia”. Se togliamo dal conto i 5 giorni l’anno nei quali le automobili fanno viaggi molto lunghi (gli ‘esodi’ estivi e simili) un’automobile elettrica media nel 95% dei giorni non fa percorsi che siano superiori alla sua autonomia. Da questo discende che la maggior parte delle auto a batteria sarebbero già pronte a incontrare le esigenze del cittadino medio; essendo poi sufficiente una ricarica al giorno circa il 20% delle automobili in circolazione potrebbe essere sostituito da modelli elettrici che non avrebbero bisogno di una rete di ricariche pubbliche perché ricaricherebbero la notte in garage o il giorno nelle aziende –. Automobili come la Mazda MX-30, dotate di batterie non grandissime, potrebbero quindi soddisfare le esigenze di molte persone.
OLTREOCEANO SONO D’ACCORDO - Dello stesso tenore l’intervento di Matteo Muratori, chief analyst, United States Department of Energy. Dalle sue slide si è visto che negli Stati Uniti il 33% delle emissioni di gas serra viene dai trasporti, che rappresentano anche il 70% della domanda del petrolio e il 50% del consumo energetico complessivo. Anche negli USA le automobili sono parcheggiate per il 96% del tempo e se fossero collegate a reti energetiche “smart” potrebbero essere importanti per gestire i picchi della domanda di energia e fare da accumulo per le energie rinnovabili. Il modello tratteggiato da Matteo Muratori vede i veicoli elettrici leggeri ricaricare principalmente a casa e quando sono parcheggiate negli uffici mentre i mezzi da lavoro medi e pesanti ricaricherebbero principalmente in azienda. L’evento ha registrato tanti altri interventi, compresi quelli dei vertici di Unipol, Enel X Way, Inwit (si occupa di hosting web e connettività wireless), ATM, Volkswagen Italia, Anas, HERE e Volkswagen Italia oltre che di Gilberto Pichetto Fratin, Vice Ministro, Ministero dello Sviluppo Economico, e del governatore della Regione Lombardia Attilio Fontana.
AUTOMOBILI DI MASSA O SUPER? - Sono troppi per citarli tutti, ma riportiamo due spunti del professor Savaresi. Il primo è che se si immettessero presto sul mercato veicoli autonomi poco più sicuri del guidatore medio si salverebbero molte più vite rispetto a quanto non accadrebbe aspettando che essi siano perfetti, e cioè intorno al 2035. La seconda è uno scenario poco piacevole ma molto razionale: le auto-robot dividerebbero in due il mercato: da un lato veicoli specializzati, automatici e che badano molto al sodo e dall’altro veicoli “emozionali”, destinati a pochi che avranno il privilegio di guidarli in prima persona.