RIAPERTURA VICINA - Il ponte Morandi, crollato il 14 agosto 2018 causando la morte di 43 persone, è stato ricostruito a tempo di record ed è prossimo alla riapertura (l’ultima campata è stata issata il 28 aprile). Il ponte sul torrente Polcevera, che si chiamerà Viadotto Genova-San Giorgio, lungo 1.067 metri, una volta ultimati i collaudi statici sulla resistenza della struttura, potrà finalmente riaprire al pubblico permettendo così di ripristinare i collegamento con l’A10.
VELOCITÀ RIDOTTA - Tuttavia, gli automobilisti che per primi percorreranno il ponte sicuramente noteranno qualcosa di anomalo; i limiti di velocità fissati a 80 km/h in direzione Genova e di 70 km/h verso Savona. Si tratta di limiti più restrittivi rispetto al vecchio Morandi, dove la velocità massima consentita era di 90 km/h, e che sicuramente stridono con la modernità della struttura.
NON CONFORME - Il problema, come riporta il Sole24ore, era conosciuto già prima della demolizione dei vecchi monconi e risiederebbe nella non conformità del tracciato. Il nuovo ponte ricalca quasi totalmente il vecchio tracciato ma, essendo una recente infrastruttura, deve ottemperare alle attuali norme di costruzione delle strade (Dm Infrastrutture 5 novembre 2001), che impostano precisi limiti tra lunghezza dei rettilinei e angoli delle curve, e che non erano in vigore quando nel ’67 è stato costruito il Morandi.
LO SI SAPEVA DALL’INIZIO - Nello specifico, la criticità riguarderebbe la curva dopo il ponte verso Savona poiché, al fine di avere un raccordo più “dolce”, si sarebbe dovuto scavare per un centinaio di metri l’attuale galleria Coronata. Questa non conformità non era sfuggita in fase di progetto e fu fatta inoltre notare anche da Aspi in una fase di Conferenza dei servizi (la società ha partecipato perché aveva la concessione dell’A10). Tuttavia, al fine di velocizzare la ricostruzione e onde evitare eventuali ricorsi da parte di Aspi, il Consiglio si limitò a prescrivere un limite di velocità di 80 km/h e l’utilizzo di un asfalto ad alta resistenza.
FORSE IL TUTOR - Sarà l’Anas, la società preposta alla manutenzione dell’infrastruttura, a dare eventuali indicazioni su come regolare la viabilità, eventualmente proponendo l’installazione di un Tutor.