ACCORDO CONCLUSO - Dopo 88 anni di permanenza nella General Motors, da martedì 1 agosto la Opel entra a far parte del gruppo PSA e si affianca così ai marchi già all’interno del costruttore francese (Citröen, DS e Peugeot). Nelle scorse ore infatti la Opel, la PSA e la General Motors hanno messo fine al lungo iter cominciato ad inizio marzo, quando la società francese annunciò di voler spendere circa 2,2 miliardi per rilevare la Opel, la controllata Vauxhall (il marchio Opel nel Regno Unito) e il 50% delle attività europee della società GM Financial, cioè la finanziaria della casa tedesca. Quest’ultima operazione aveva bisogno però di tempistiche più lunghe e verrà completata nella seconda metà del 2017, stando alla Opel, dopo che le autorità nazionali dei Paesi in cui opera avranno concesso il via libera all’operazione.
SI PUNTA SUI GUADAGNI - Il numero uno della Opel, Michael Lohscheller (a sinistra nella foto insieme a Carlos Tavares, alla guida della PSA), avrà il difficile compito di rendere profittevole l’azienda (in perdita da 15 anni) e integrarla nel gruppo PSA, facendole raggiungere quelle economie di scala che rappresentano la base della nuova strategia: secondo quanto comunicato dalla PSA, l’acquisizione della Opel porterà il gruppo a risparmiare nel complesso fino a 1,7 miliardi di euro grazie all’acquisto di parti meccaniche in comune e alla migliore organizzazione delle attività di ricerca e sviluppo. La Opel dovrà generare utili a partire dal 2020 e aumentare il guadagno per auto venduta, portandolo dal 2% del 2020 al 6% del 2026. Le vendite sommate della Opel e della PSA danno come risultato il secondo gruppo europeo per auto vendute, dietro a quello Volkswagen, ma l’obiettivo è passare dalle 4,3 milioni di unità del 2016 alle 5 milioni del 2020.