ADDIO PORTAFOGLIO - Non sono una novità le applicazioni per smartphone dove salvare tessere abbonamento o carte fedeltà, assai apprezzate da chi era solito tenere in tasca o nella borsa spessi portafogli. Al momento però questi software non offrono un livello di protezione sufficiente per immagazzinare dati più sensibili, come quelli di un documento d’identità o della patente, ma lo scenario potrebbe presto cambiare grazie a Google e Qualcomm.
GOOGLE E QUALCOMM - Come annunciato in occasione dell'evento Snapdragon Tech Summit (foto qui sopra) Google sta lavorando per aggiungere alla nuova versione del sistema operativo Android, che arriverà entro la fine del 2020, la funzionalità Identity Credential, una sorta di portafoglio virtuale al riparo da “minacce” esterne dove salvare documenti e altre informazioni sensibili. Google lavora al progetto insieme al produttore di microchip Qualcomm, che ha inserito nel nuovo processore per smartphone Snapdragon 865 una funzionalità che consente di accedere ai documenti sensibili come patente, passaporto o carta d’identità anche se la batteria del telefonino è scarica.
PRIMA LA TECNOLOGIA, POI LA LEGGE - Una volta che arriveranno sul mercato smartphone predisposti al salvataggio di documenti, dovranno essere i singoli Governi ad accettare i nuovi documenti digitalizzati modificando le leggi: oggi infatti patente, carta d’identità e passaporto sono validi solo in presenza del documento fisico.